Il prossimo 26 febbraio per la FIFA, e per il mondo del calcio mondiale, si aprirà una nuova era. Quel giorno si voterà il nuovo Presidente della Federazione che controlla lo sport più seguito, ed amato, di tutti.
Dal 1998, e fino allo scorso 2 giugno, la poltrona più importante era occupata dallo svizzero Joseph Blatter, il potentissimo deus ex machina della Federazione nata nel 1904 e che riunisce le sei confederazioni continentali e le 209 singole federcalcio nazionali.
La vicenda dello scorso 27 maggio, che portò all’arresto di sette massimi dirigenti FIFA (tra cui due vice-Presidenti), ha scoperchiato un sistema corruttivo incentrato sull’assegnazione dei prossimi due Campionati del mondo di calcio, che si terranno in Russia ed in Qatar. Il “discorso” sta riguardando (le indagini sono ancora in corso) anche l’assegnazione dei Mondiali precedenti (Germania 2006 e Sud Africa 2010) nonché l’organizzazione della “Copa America del Centenario” del prossimo anno che si terrà negli Stati Uniti d’America.
Blatter, candidato per le elezioni che si tennero pochi giorni dopo, disse di non sapere nulla e negò il suo coinvolgimento, mentre la CIA, che condusse le indagini, disse il contrario, sostenendo che non era indagato ma non incriminato. Blatter vinse le elezioni con ampio margine contro l’unico avversario, il principe di Giordania Ali ibn al-Husayn, il 29 maggio, ma il 2 giugno successivo, come detto, si dimise.
L’8 ottobre scorso Blatter, il segretario generale della FIFA Jérôme Valcke, il Presidente della Federcalcio thailandese Bung Yee e l’attuale Presidente UEFA, Michel Platini, sono stati sospesi dal comitato etico in quanto posti sotto indagine per una serie di tangenti ed il 21 ottobre Blatter è stato accusato di gestione fraudolenta e appropriazioni indebita, mentre Platini è accusato di aver percepito una tangente di 2 milioni di franchi svizzeri quattro anni come compenso dalla Fifa per lavori svolti dal 1999 al 2002.
Ieri la commissione elettorale della FIFA ha diramato l’elenco dei cinque candidati per l’elezione a nuovo capo del calcio mondiale: il francese Jerome Champagne, lo svizzero Gianni Infantino; il principe giordano Ali Bin Al Hussein; lo sceicco del Qatar Salman ben Ibrahim Al-Khalifa e l’uomo d’affari sudafricano Tokyo Sexwale. Tra i cinque candidati, non compare il nome più atteso, quello che era considerato come il nuovo che avanza(va), l’attuale Presidente della UEFA, Michel Platini.
Platini non è d’accordo sull’esclusione ed il suo entourage legale ha espresso sbigottimento nei confronti di una lentezza nella decisione delle commissione. Platini è sospeso fino al prossimo 5 gennaio e solo allora la sua candidatura verrà presa in esame. Troppo tardi per muovere i voti di chi voterà. Oltre all’ex Roi, la FIFA ha anche escluso dalla corsa il liberiano Musa Bility, presidente della locale federcalcio in quanto non ha superato i controlli di integrità e, come Platini, avrà del tempo per ricorrere al TAS.
Vediamo nel dettaglio chi saranno i candidati, da cui uscirà l’erede del camerunense Issa Hayatou, che dallo scorso 8 ottobre ha l’interim della Presidenza.
Francese molto vicino a Blatter, Jérôme Champagne ha 57 anni, ha un passato in diplomazia e dal 1999 fa parte della FIFA. Se verrà eletto, ha promesso di allargare il board ad altri sette membri che arriveranno dal sindacato giocatori, dalle singole squadre e dalle leghe.
Il secondo candidato è noto a tutti i tifosi di calcio europei in quanto è il suo volto dei sorteggi di Nyon: Gianni Infantino è il candidato della UEFA visto lo stand by di Platini. 45 anni, di chiare origini italiane, è l’attuale segretario della UEFA che esprime ben 53 voti complessivi. Non gode di particolare attrazione nel resto del Mondo in quanto la sua elezione porrebbe l’Europa al centro del Mondo “pallonaro” ed il resto del Mondo (vicino ai tempi a Blatter) questo non lo gradisce molto. Se Platini verrà rimesso in pista, Infantino si farà da parte.
Il terzo candidato è molto distante dal calcio giocato: Ali Bin Al Hussein ha 39 anni, è principe ed è fratello di Abdallah II, non ha mai fatto parte di nessun board calcistico ma è salito alla ribalta delle cronache lo scorso giugno quando sfidò Blatter nelle elezioni, vinte poi dallo svizzero. Già presidente della Federcalcio giordana e della Federcalcio Mediorientale, è un amante del calcio femminile, tanto da aver spinto la battaglia affinché le donne arabe potessero giocare senza hijab. Non gode di molto credito tra i Paesi asiatici e del Medio Oriente, ma crede nella trasparenza del calcio.
Il quarto candidato è stato riabilitato proprio ieri dalla commissione elettorale, in quanto, da presidente della Federcalcio asiatica, avrebbe violato i diritti umani nel Bahrein. Salman ben Ibrahim Al-Khalifa ha in mano sicuri ben 49 voti, ma potrebbe accaparrarsene altri. E’ un “platiniano” di ferro.
Chiude il quintetto un africano, Tokyo Sexwale. 62 anni con un grosso patrimonio personale, ha vissuto in gioventù l’apartheid tanto da venire arrestato. Se venisse eletto, sarebbe il primo africano a diventare Presidente della FIFA nonché il secondo extra europeo dopo il brasiliano Joao Havelange. Ha un curriculum invidiabile e potrebbe essere un outsider.
Da uno di questi cinque nomi verrà fuori il nuovo capo del calcio mondiale. E tutti sperano di potersi lasciarsi alle spalle la pessima gestione del sistema-calcio di Blatter, che è entrato nella FIFA a 41 anni e dal 1981 al 1998 ne è stato segretario generale. Una vita nella sala dei bottoni ed espressione di un “vecchio che non smette di avanzare”.
Il nuovo Presidente non avrà un compito facile e dovrà ricevere l’aiuto di tutti quanti. Il calcio, ora come mai, ha bisogno di aiuti per uscire da questa tremenda empasse cui è stato portato da Blatter.