Immobile, numeri da record
Diciassette partite giocate, diciannove reti segnate, cinque assist “serviti”. Cui vanno aggiunte le quattro partite giocate in Europa League, la finale di Supercoppa italiana giocata (e vinta) contro la Juventus e le due messe a segno contro Rennes e Celtic Glasgow. Questi sono i numeri eccezionali di Ciro Immobile da settembre a oggi.
L’attaccante della Lazio, con la doppietta segnata nei minuti finali del launch match domenicale post festività natalizie di Brescia, si issa ancora di più in testa in vetta alla classifica marcatori con un +5 rispetto a Romelu Lukaku (che tra l’altro viaggia ad una media di 14 reti in diciotto partite giocate nel suo primo anno in Italia). Se continua di questo passo, il bomber di Torre Annunziata potrebbe avere buone possibilità di vincere la sua terza classifica marcatori dopo quelle vinte con Torino (2013/2014) e Lazio (2017/2018).
Ciro Immobile sta inoltre infrangendo record su record, perché mai aveva segnato così tanto quando il campionato non è ancora al giro di boa e perché sta viaggiando ad una media gol addirittura superiore a quella della stagione record di Gonzalo Higuain: quando l’attaccante argentino (allora in forza al Napoli) vinse la classifica marcatori con ben 36 reti, a questo punto del campionato era “solo” a sedici reti. Arrivare a segnare 36 reti in campionato per Higuain è stato un qualcosa di mostruoso e pensare che qualcuno possa eguagliarlo e (perché no?) superarlo potrebbe essere clamoroso.
Eppure Ciro Immobile, alla soglia dei trent’anni, sta vivendo la stagione della sua definitiva consacrazione come bomber principe italiano di Serie A: in tre stagioni e mezzo che è in biancoceleste, il biondo numero 17 laziale ha segnato complessivamente 107 reti ed è tra i migliori attaccanti di sempre del club, con l’obiettivo di superare (almeno lui) Silvio Piola in qualcosa, visto che l’attaccante lombardo in maglia laziale ha segnato 143 reti in campionato. Gli mancherebbero ancora 57 reti per eguagliarlo e magari non lo supererà, ma gli potrebbe andare molto vicino. Intanto si è portato ad una rete dal quarto posto assoluto di marcatore di sempre della Lazio detenuto da Bruno Giordano ed il prossimo obiettivo non è solo superare il bomber romano, ma raggiungere Giorgio Chinaglia a 122 reti al terzo posto.
Non c’è che dire: come Ciro Immobile, quest’anno nessuno. E per lui è anche un obiettivo fare più gol pesanti possibile per convincere il Commissario tecnico Roberto Mancini a farlo diventare la punta di diamante della Nazionale azzurra in vista dell’importante avvenimento che sarà Euro 2020. Non che Mancini non abbia riservato per Immobile la maglia numero 9 azzurra (quella del bomber), ma sicuramente Immobile quando indossa la casacca della Nazionale ha numeri inferiori rispetto a quelli nei club, avendo segnato solo dieci reti in trentanove partite giocate: se nella Lazio viaggia ad una media di una rete ogni 1,46 partite, in Nazionale retrocede ad una ogni 3,9. E proprio per questo motivo l’attaccante di Simone Inzaghi ha una voglia grande come il Colosseo di rimandare indietro ai suoi detrattori le critiche che lo definiscono un giocatore da club e non da Nazionale.
A chi vanno i meriti di questa performance incredibile di Ciro Immobile? Sono almeno tre i fattori: una Lazio che si sta togliendo delle soddisfazioni incredibili e che nell’anno solare ha sconfitto le due migliori squadre italiane (l’Atalanta in finale di Coppa Italia; la Juventus in Supercoppa italiana) e che sta puntando ad andare oltre l’attuale terzo posto in classifica; Simone Inzaghi, che sta dando alla squadra capitolina un gioco davvero propositivo, offensivo (a oggi è il secondo attacco del campionato dietro all’Atalanta) e che sta insegnando alla squadra a crederci fino alla fine, anche quando il risultato è all’inizio a sfavore; lo stesso Ciro Immobile che, anno dopo anno, sta dimostrando di essere davvero l’attaccante italiano più forte di tutti ed i suoi numeri sono incontrovertibili.
Per chi non ci credesse, andare a vedere i dati per la Scarpa d’oro: Immobile a oggi è in testa con 38 punti alla pari con Robert Lewandoski (la prima punta a oggi più forte d’Europa), con due punti in più rispetto a Timo Werner del RB Lipsia e quattro rispetto a Jamie Vardy del Leicester. Insomma, Ciro Immobile è un attaccante dal valore europeo.
L’unica ombra della stagione (di Ciro Immobile, quanto della Lazio) è la precoce eliminazione già nella fase a gironi di Europa League, ma con la nona vittoria di fila degli Inzaghi boys in campionato contro il Brescia, per Inter e Juventus (con sei punti di vantaggio sui biancocelesti che dovranno recuperare il prossimo 5 febbraio il match contro l’Hellas Verona) una terza concorrente per la vittoria del titolo. E tanti tifosi laziali stanno già volando con la fantasia, ricordando la stagione 1999/2000 quando la squadra di Eriksson recuperò nove punti alla Juventus capolista in otto partite, vincendo poi lo scudetto.
Ecco magari vincere lo scudetto (forse) no, ma se la Lazio continuerà a marciare a questo ritmo e se Immobile segnerà alla stesso modo di come sta segnando finora, magari se ne potrà parlare.
Certo è che con un Ciro Immobile ispirato in questo modo, in casa Lazio si sta sognando più del dovuto. Ma sicuramente in maniera meritata.