Champions e meteore
La prima edizione delle Coppa dei Campioni risale alla stagione 1955/1956 con la vittoria del Real Madrid di Alfredo di Stefano in finale sui francesi dello Stade Reims di Raymond Kopa. Da allora, la “coppa dalle grandi orecchie” ha visto disputarsi ben 61 edizioni, di cui dal 1992 con il nuovo nome di Champions League. Dalla stagione 1997/1998 è cambiato anche il format, con l’aggiunta di un’altra squadra per i top campionati fino alle attuali quattro squadre che inviano Inghilterra, Spagna e Germania. L’Italia fino alla stagione 2010/2011 inviava anche lei quattro squadre, ma la Bundesliga ci ha soffiato un posto e ora qualifichiamo soo tre squadre come in Ligue 1 e Primeira Liga.
CHAMPIONS LEAGUE METEORE…
Sfogliano l’albo d’oro della manifestazione, notiamo che in testa c’è il Real Madrid con undici successi (l’ultimo conseguito al “Meazza” la scorsa stagione), seguito dal Milan con sette ed il tridente Liverpool-Bayern Monaco-Barcellona con cinque. Queste squadre si possono fregiare del “Multiple-winner badge”, un tributo assegnato alle squadre che hanno vinto almeno cinque volte la coppa. A queste si unisce anche l’Ajax che di coppe ne ha vinte quattro, di tre consecutive negli anni ’70.
Scorrendo ancora l’albo, si nota che Spagna, Italia ed Inghilterra sono le nazioni che hanno vinto più edizioni (16 e 12) mentre le più forti squadre d’Europa hanno inciso almeno una volta il loro nome sul trofeo. Ma se di fronte a mostri sacri di questo sport c’è da trarre ispirazione ed insegnamenti, non sempre il trofeo è stato vinto da top team, ma da squadre che per una stagione si sono elevate al rango di campione d’Europa, sfatando tutti i pronostici.
Attualmente le “meteore” sono nove. Vediamole nel dettaglio
CELTIC GLASLOW
I biancoverdi cattolici di Glaslow hanno vinto la loro (finora) unica Coppa dei Campioni nella stagione 1966/1967. In quella stagione i bianco-verdi realizzarono uno dei primi poker della storia calcistica vincendo campionato (Scottish Premier), Coppa di Scozia (Scottish Cup), Coppa di Lega scozzese (Scottish League Cup) e, appunto, la Coppa dei Campioni, sconfiggendo in finale, il 25 maggio 1967, a Lisbona, niente meno che la Grande Inter. In autunno il Celtic si arrese in finale di Coppa Intercontinentale contro gli argentini del Racing Club de Avellaneda. Era l’anno di Steve Chalmers, Bobby Lennox e capitan Billy McNeill.
Dopo di allora, il Celtic arrivò ancora in finale di Coppa dei Campioni nel 1970 venendo sconfitto dal Feyernood ai supplementari e altre due volte è arrivato in semifinale, nel 1972 e nel 1974. Pochissima gloria dopo di allora, mitigata in parte dalla finale persa di Coppa UEFA contro il Porto nel 2004. E pensare che ha vinto 47 titoli nazionali…
FEYERNOORD
Nel 1970 arrivò anche il primo titolo di una squadra olandese: a san Siro, la squadra di Rotterdam sconfisse, come detto, il Celtic Glaslow 1 a 2 solo dopo 120′. Era il Feyenoord dell’allenatore austriaco Ernst Happel con in campo i bomber Ove Kindvall e Ruud Geels. In autunno la squadra olandese vinse anche la Coppa Intercontinentale contro gli argentini dell’Estudiantes. Dopo di allora, il Feyenoord vinse ancora due Coppe UEFA (1974 e 2002) ma nella coppa più importante non si spinse mai fin dopo i quarti, raggiunti nell’edizione 1972/1973.
NOTTINGHAM FORREST
Con il Nottingham Forrest si sono toccate cime europee mai più toccate nella storia del calcio europeo: il “Forrest” è l’unica squadra ad aver vinto più Coppe dei Campioni che titoli nazionali (allora First division). La stagione di grazia fu la 1977/1978 che portò la squadra di Brian Clough a vincere il titolo e l’anno dopo a rappresentare l’Inghilterra nella Coppa dei Campioni insieme al Liverpool, vincitore delle due precedenti edizioni. Ed il Nottingham Forrest non solo vinse la Coppa al primo colpo (vittoria a Monaco di Baviera per 1 a 0 contro il Malmoe), ma bissò anche l’anno successivo, sconfiggendo al “Bernabeu” l’Amburgo. La prima volta non disputò la Coppa Intercontinentale (venne sostituito dal Malmoe finalista che perse contro l’Olimpia Asuncion) mentre giocò la finale successiva, perdendo contro il Nacional Montevideo. Vinse poi la Supercoppa contro il Barcellona, ma perse quella successiva contro il Valencia. Dopo di allora si barcamenò in campionato, non vincendo più nessun altro trofeo internazionale ma faticando ogni stagione. E ad oggi il Nottingham Forrest è l’unica squadra ad aver vinto la Coppa dei Campioni ed aver giocato nella terza serie calcistica nazionale.
Ma il “Forrest” di Shilton, Francis ed O’Neill scrisse una pagina indelebile di questa manifestazione.
ASTON VILLA
Nel 1982 a vincere la Coppa dei Campioni è toccato all’Aston Villa, squadra dai colori bordeaux-celeste rappresentante della cittadina di Birmingham. Allo “Stadion Feyenoord” di Rotterdam, gli inglesi sconfissero il Bayern Monaco. Fino a febbraio alla guida della squadra c’era Ron Saunders poi sostituito da Tony Barton che portò i Villans a classificarsi undicesimi in campionato, ma a vincere la loro prima (e finora unica) Coppa dei Campioni, la sesta consecutiva inglese. La squadra vinse anche la Supercoppa contro il Barcellona, ma cinque anni dopo retrocesse in Second division per poi giocare negli anni successivi tra Premier, Championship con qualche fugace apparizione in Coppa UEFA.
AMBURGO
Cosa può fare una buona squadra come l’Amburgo in finale contro la Juventus con in campo 6 campioni del Mondo, di cui un Pallone d’oro in carica (Paolo Rossi) ed un altro che sarebbe stato assegnato a dicembre (Michel Platini)? Semplice, vincere la Coppa dei Campioni. Eh si, nella pazza notte di Atene, i tedeschi allenati dall’austriaco Ernst Happel (già vincitore del torneo nel 1970 con il Feyenoord) sconfissero la più quotata Juventus con un gol da oltre 20 metri di Felix Magath. Gol partita, incontro e Dino Zoff battuto per colpa di un suo errore fuori dai pali. L’Amburgo per poi la finale di Coppa Intercontinentale contro i brasiliani del Gremio.
Hai capito ‘sto Amburgo alla seconda finale di Coppa della sua storia? Da allora in Europa non fece più nulla, ma ad Atene fece un qualcosa di pazzesco
STEAUA BUCAREST
Helmuth Duckadam, chi era costui? Nel 1986 lo sconosciuto portiere dei campioni di Romania della Steaua Bucarest fece un qualcosa che mai più è stato fatto in una finale di Coppa dei Campioni: parare tutti e quattro i rigori calciati dagli avversari. Lo Steaua Bucarest era alla sua prima finale mentre l’avversario era il Barcellona di Terry Venables, al suo secondo atto finale della storia. 0 a 0 do 90′, punteggio identico nei supplementari, rigori finali e vittoria dei rossoblu. Si disse che lo stesso Duckadam subì la rottura di tutte le dita su ordine del figlio del dittatore Nicolae Ceaușescu, Valentin, per aver accettato un regalo e di non averglielo “regalato”. Lo Steaua Bucarest perse poi contro il River Plate la finale di Coppa Intercontinentale ma nel 1989 arrivò ancora in finale di Coppa dei Campioni, ma venne spazzato via dal ciclone Milan: 4 a 0 dei rossoneri a Barcellona in un “Nou Camp” tutto rossonero. Dopo quelle due finali, la squadra rumena non superò mai più i quarti di finale, ma partecipò anche alle coppe europee ma senza spingersi molto in avanti.
PSV EINDOVEN
Anche la squadra della Philips scrisse il suo nome nella Coppa dei Campioni e lo fece a Stoccarda il 25 maggio 1988 contro Benfica ai calci di rigore. Il PSV era guidato dall’allora quarantunenne Guus Hiddink ed in campo poteva contare su capitan Eric Gerets, Ronald Koeman e Wim Kieft. A dicembre perse la finale di Coppa Intercontinentale contro il Nacional di Montevideo dopo una lunga lotteria dei rigori. Vittoria meritata in una stagione irripetibile per la squadra dei “contadini”: titolo nazionale (il quarto consecutivo), Coppa d’Olanda (terza consecutiva) e vittoria nella coppa più importante di tutte.
STELLA ROSSA BELGRADO
Anche la squadra più forte jugoslava della storia vinse la Coppa dei Campioni e lo fece in Italia, a Bari, superando in finale l’Olympique Marsiglia ai rigori il 28 maggio 1991. Era una squadra davvero molto forte, composta da gente del calibro di Vladimir Jugović, Robert Prosinečki, Siniša Mihajlović, Darko Pančev e Dejan Savićević. A dicembre la Stella Rossa vinse anche la Coppa Intercontinentale contro i cileni del Colo-Colo. Quell’anno scoppiò la guerra e quelle vittorie furono il lascito di una Nazione che ha dato tanto al calcio europeo negli anni passati ma che ora era divisa al suo interno in tante fazioni. Da allora, nessun’altra squadra di un Paese ex jugoslavo è mai più andata così avanti in Champions League. Del resto, gente come gli undici andati in campo quella sera a Bari è difficilmente replicabile.
OLYMPIQUE MARSIGLIA
Chiudiamo questa rassegna con l’unica squadra francese vincitrice (finora) della Coppa dei Campioni, l’Olympique Marsiglia sponsorizzata “Panasonic”. Grandissima squadra con in campoDidier Deschamps, Abedi Pelé, Rudi Völler, Alen Bokšić e Marcel Desailly, in panchina il belga Raymond Goethals e dietro la scrivania presidenziale Bernard Tapie.
I biancoblu di Marsiglia erano una delle più belle realtà del calcio europeo tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novara: quattro titolo francesi consecutivi, semifinale di Coppa dei Campioni nel 1990, finalista nel 1991, vittoria contro il Milan di Fabio Capello il 26 maggio 1993 a Monaco di Baviera. La squadra successivamente fu coinvolta in un giro di frode sportiva ed illeciti sportivi in merito ad una partita di campionato contro il Valenciennes che non le tolsero il trofeo europeo vinto, ma la fecero retrocedere in Division 2, le tolsero il titolo francese ed il presidente Tapie fu squalificato a vita (e nel processo penale si prese 2 anni di reclusione).
Il Milan sostituì l’Olympique Marsiglia nella finale di Coppa Intercontinentale contro il San Paolo, ma i brasiliani si imposero per 3 a 2, bissando la vittoria dell’anno precedente contro il Barcellona.
E IL BENFICA E LA JUVENTUS?
Scorrendo (ancora una volta) l’albo d’oro della “coppa dalle grandi orecchie”, si nota che il Benfica è la squadra che non vince da più tempo il trofeo. L’ultima volta che le “aquile” di Lisbona alzarono al cielo la coppa più prestigiosa era il 5 maggio 1962, quando Eusebio e compagni sconfissero il Real Madrid (alla loro sesta finale in sette edizioni), bissando il successo dell’anno precedente contro il Barcellona. Dopo di allora, i portoghesi arrivarono altre cinque volte in finale venendo sempre sconfitti, oltre ad aver raggiunto un’altra volta la semifinale. Per non parlare delle due sconfitte in Coppa Intercontinentale contro Penarol e Santos e delle tre finali di Coppa UEFA/Europa League perse. Il Benfica non è una meteora del calcio europeo, ma sicuramente è una delle più sfortunate.
Invece i bianconeri di Torino hanno il triste primato di sei sconfitte in finale: nel 1973, nel 1983, nel 1997, nel 1998, nel 2003 e nel 2014. Consola in parte i tifosi juventini la vittoria del 1985 e del 1996. Ma vorrebbero tornare a vedere vincere la propria squadra e non le avversarie.