Abbiamo le prime otto d’Europa, dalle quali usciranno le due finaliste di Milan2016. Analizzate le prime quattro qualificate di settimana scorsa, è il momento di ponderare le possibilità delle altre quattro, uscite vittoriose dai match di questa settimana, tra le quali le due assolute favorite per la vittoria finale e due “seconde scelte” di livello indiscusso.
SOGNANDO LA CHAMPIONS
Grossa fatica per superare uno scoglio che non sembrava certo proibitivo: l’Atletico Madrid ha avuto ragione del PSV Eindhoven solo ai calci di rigore dopo due partite a reti bianche. Con poca qualità e tanta garra, unita alla meravigliosa guida tecnica di Simeone, i colchoneros sono squadra molto più temibile quando non costretti a fare la partita, per questo riteniamo non ci potesse essere avversario più pericoloso ai quarti per il Barcellona, favorito come sempre (e non potrebbe essere altrimenti) ma che non riesce mai a passeggiare sulla banda del Cholo come invece fa con quasi chiunque con irridente facilità.
Irridente facilità con la quale, come da copione, il Barça ha avuto ragione dell’Arsenal, forse la più temibile (Juve a parte) nel lotto delle seconde classificate nella fase a gironi. Ha dominato in scioltezza una squadra che nel girone aveva battuto il Bayern Monaco, ovvero la più accreditata antagonista al dominio blaugrana: inutile negarlo, gli uomini di Luis Enrique sono testa e spalle sopra ogni avversario e, a meno di clamorosi upset, riusciranno a battere qualsiasi squadra gli si presenti davanti fino alla finale di Milano, nonostante i sorteggi non gli siano mai particolarmente benevoli. Che forse gli avversari più temibili siano la cabala e la storia? Da quando la Coppa dei Campioni è Champions League, nessuna squadra ha alzato la coppa dalle grandi orecchie per due anni di fila (ultima volta il Milan 1989-1990).
E’ il Bayern Monaco il più grande rivale alla corsa del Barcellona, ma contro la Juventus sono sembrati meno brillanti di quanto ci si aspetti per approdare sul tetto d’Europa. Non crediamo affatto che l’annunciato addio di Guardiola possa destabilizzare un ambiente troppo abituato a stare in vetta per farsi scalfire da questi dettagli. La sfida degli ottavi contro la Juve lascia sensazioni contraddittorie: da un lato il Bayern ha preso quattro gol in due partite e si è fatto rimontare due gol in casa all’andata, facendosi poi mettere sotto in casa per un’ora da una Juve priva di tre elementi importanti; d’altro canto, i bavaresi sono riusciti a rimontare due gol di svantaggio nel finale a una delle migliori difese d’Europa, dimostrando grande forza e mentalità, stanti le assenze di due giocatori insostituibili nello scacchiere come Robben ma soprattutto Boateng. Adesso verosimilmente si sbarazzeranno senza affanno del Benfica e poi, beh poi faranno il Bayern Monaco.
E poi c’è la prossima squadra di Guardiola, quel Manchester City costruito in estate per dominare la Premier League (e invece sono quarti) e fare il salto di qualità in Champions. L’approdo, per la prima volta nella loro storia, ai quarti di finale non muta le sensazioni su una squadra in grande difficoltà, agevolata da un sorteggio decisamente easy. Pellegrini non ha più la fiducia di nessuno e il suo addio annunciato non aiuta un ambiente, che al contrario di quanto abbiamo ritenuto per il Bayern, non è così omogeneo e abituato a vincere per diritto divino. Il capitano Kompany, senza il quale la difesa risulta puntualmente allo sbando, e la stellina De Bruyne sono infortunati e probabilmente non parteciperanno ai quarti contro il PSG: al momento i citizens sono così sfavoriti che sembra impossibile abbiano speso più di 200 milioni per rinforzarsi in estate. Ma sono pur sempre una squadra che ha speso più di 200 milioni per rinforzarsi in estate.