LA CHAMPIONS LEAGUE DI QUEST’ANNO AVRA’ IL SUO EPILOGO NELLA CAPITALE DI UN GALLES CHE SI RISCOPRE APPASSIONATO DI CALCIO.
La prima fase a gironi è giunta nel suo momento più caldo, con la quarta giornata che sta maturando esiti quasi definitivi in chiave qualificazione.
Lo spettacolo proposto al City of Manchester, fra i Citizens del Pep e il Barça di Luis Enrique, è stato quanto di meglio potesse offrire questo primo segmento di torneo; di fronte il grande visionario del calcio mondiale che vuole portare il Man City su altre dimensioni, contro un suo epigono, grande artigiano della panchina, abile nel portare avanti il verbo che fu recitato in principio da Cruyff.
Quello che è stato messo in evidenza, già fin dalle battute iniziali, è la totale discrepanza fra top team e il contorno, troppo greve per costituire una pietanza saporita. Vi sono tutti i presupposti per quella Superlega già paventata da Platini prima e Infantino in queste settimane, decisamente meno “decaffeinata” rispetto ad alcune partite il cui esito è stato più tennistico che calcistico. Chiedere a Legia e Dinamo Zagabria per ulteriori lumi.
La Juve stasera ha l’occasione, schienando il Lione allo Stadium, di confermare quanto di buono ha offerto in questa edizione della Champions, nonostante qualche intoppo fisiologico, per una squadra ricca di giocatori in fase di acculturamento bianconero, Pjanic in testa. Ma ormai la sua dimensione è quella di un club in espansione, che vuole uscire dai rassicuranti confini del nostro calcio, per portarlo, fungendo da traino, alla dimensione che più compete all’Italia pallonara.
Il Napoli dal canto suo cerca di seguire i bianconeri a ruota, e la confortante prestazione di Istanbul contro il Besiktas conferma che la strada di Sarri è quella giusta. Unico neo, al di là dell’infortunio gravissimo di Milik, la grande difficoltà di tutto l’ambiente nel compattarsi di fronte alle difficoltà. Attenuanti e scuse puerili non giovano al processo di crescita di una squadra che non può che dipendere dal gioco per ottenere risultati importanti. Un punto di forza ma che in alcune situazioni può costituire un limite.
Per il resto, i soliti nomi, con un Bayern che con Ancelotti tocca picchi di gioco di rara bellezza, un Atletico coriaceo ma non privo di qualità in avanti, un Arsenal che forse quest’anno potrebbe raccogliere qualcosa di concreto, dopo aver recitato il ruolo di cicala per più di un decennio.
Cardiff e il suo Millennium, attendono l’epilogo di un torneo in cui il Real di CR7 e Gareth Bale mettono in palio il loro trionfo milanese dello scorso Maggio. Proprio Mister 100 milioni, in odore di Pallone d’Oro, potrebbe raggiungere la sua definitiva consacrazione in “blanco” proprio nel teatro che lo ha consegnato al mito con la effigie rosso fuoco dei Dragoni.