I sorteggi sono in archivio, i gruppi della prima fase sono fatti e ogni appassionato non vede l’ora che debutti la nuova edizione della Champions League. 32 squadre come sempre pronte a darsi battaglia per la ribalta europea, tra le solite note, qualche matricola e alcune “nobili decadute” della competizione, con un unico obiettivo comune: la finale del 28 maggio a Milano in un tempio del calcio, magari un po’ demodé ma dal fascino intatto.
Favorita d’obbligo il Barcellona di Luis Enrique che, con la vittoria di giugno sulla Juve, entra sul podio per numero di Champions vinte dietro a Real Madrid e Milan, appaiando Liverpool e Bayern Monaco. Impressiona che di queste 5 nobili, ben due siano fuori dai salotti buoni del calcio europeo (non succedeva dal 2003, quando insieme al Liverpool era rimasto fuori il Barça). Dopo di che ci affidiamo ai bookmakers che concordano generalmente nell’assegnare le piazze di seconda e terza favorita rispettivamente al Bayern Monaco di Pep Guardiola (alla ricerca della prima affermazione internazionale in Baviera) e al Real Madrid di Rafa Benitez, tutti tecnici con la coppa già in bacheca, proprio come il quarto favorito Mourinho, con il suo Chelsea quotato a 9.00 dai maggiori siti di betting.
Dopo di che il marasma: Juventus, PSG, Atletico Madrid e le due di Manchester sono considerate più o meno allo stesso modo. Va detto però che il restyling della Juve, per quanto vicecampione in carica, non convince in ottica Champions, almeno non quanto i francesi, alla ricerca finalmente di una cavalcata convincente fuori dai terreni transalpini in cui la superiorità è più che manifesta, e soprattutto il City. I light blues di Pellegrini, reduci da esperienze avvilenti in Champions League, sono stati il re del mercato anche e soprattutto per fare il colpo grosso nell’Europa dei grandi e le carte in regola sembrano esserci tutte.
Attenzione poi all’esperienza europea dell’Arsenal che, però, sembra ancora intrappolato nel limbo degli ultimi anni di gestione Wenger con una difesa che non rende giustizia ad un attacco micidiale, e l’unico investimento estivo fatto per Cech non pare bastare. Subito dietro le outsider: il Siviglia di Unai Emery, alla prima occasione in Champions dopo aver spadroneggiato per due anni consecutivi in Europa League, stuzzica con gli innesti di Rami, Konoplyanka, Krohn-Dehli, Llorente, Immobile e N’Zonzi su tutti. Il calcio di Emery sembra ritagliato su misura per le competizioni europee e, se riusciranno a passare il girone di ferro con City, Juve e Monchengladbach, saranno avversario scomodo per tutti, altrimenti andranno verosimilmente a dominare nel torneo a loro storicamente più congeniale. Insieme al Siviglia, ci sono Valencia e Roma che potranno certamente dire la loro passando per gironi non impossibili.
Tutte dietro le altre, tra cui spiccano i ritorni di “nobili” che mancavano da tempo, come Olympique Lione, PSV Eindhoven e Dinamo Kiev, che hanno sfiorato la finale rispettivamente nel 2010, nel 2005 e nel 1999. Incuriosiscono lo Zenit (che potrebbe portare Klopp in panchina nei prossimi giorni), il Wolfsburg e l’interessantissimo Porto di Lopetegui. Sembrano invece essersi indebolite sensibilmente Galatasaray e Shakhtar, sempre avversari ostici nelle ultime edizioni.
Dal 15 settembre sarà il campo a parlare, nella mente di tutti Milan2016. Buona Champions.