C’erano una volta Antonio e Mario

C’era una volta… – Un re!- diranno subito i miei piccoli lettori“. Così inizia il più celebre romanzo per bambini di tutti i tempi, “Pinocchio”. L’incipit del capolavoro di Carlo Collodi può essere trasportato nel mondo del calcio e più precisamente alle ore 23 di mercoledì scorso, quando si è conclusa la finestra estiva del calciomercato. Il protagonista, anzi i protagonisti di questa (triste) fiaba non sono due burattini ma due calciatori italiani che in carriera hanno dato meno (ma molto meno) di quanto avrebbero potuto dare e che stanno (purtroppo) lentamente avviandosi verso il loro crepuscolo sportivo. Il nuovo inizio ora sarebbe “C’erano una volta…- Antonio e Mario!“, Antonio Cassano e Mario Balotelli.

Questa estate i due calciatori sono stati al centro di molte trattative per permettere loro di lasciare le loro squadre (Sampdoria e Liverpool) ed accasarsi in altri lidi dove poter tornare ad essere quello che sono sempre stati, ma che in questi ultimi anni si erano “dimenticati” di essere: due calciatori di valore assoluto. A mercato chiuso, Cassano è rimasto alla Sampdoria mentre Balotelli è approdato al Nizza, nella Ligue 1 francese.

Antonio e Mario sono considerati da sempre dei bad boys: ragazzi che hanno fatto vedere cose egregie in campo, dei veri fenomeni con in piedi ma che hanno però avuto molti (troppi, semmai) problemi caratteriali durante il corso della loro carriera che non li hanno fatti entrare nell’Olimpo del calcio mondiale. O meglio, quando stavano per entrarci, uscivano prontamente per colpa di comportamenti ed atteggiamenti deprecabili. Una costante della loro carriera.

Nonostante tutto, sui due giocatori sono girate molte voci di mercato, come dire che sebbene siano lontani anni luce dai loro fasti, piacciono ancora e su di loro c’è stato ancora l’interesse di qualche squadra. Per Cassano si sono fatte avanti le liguri di Serie B Virtus Entella e Spezia, il Bari, la squadra che lo aveva lanciato nel mondo del calcio, e, last but don’t least, il Palermo, alla ricerca matta e disperatissima di un attaccante. Tutte destinazioni che sembravano gradite al “pibe di Bari Vecchia”, ma che alla fine non lo hanno fatto muovere da Genova. SuperMario era già fuori dagli schemi del Milan (la squadra con cui ha giocato l’ultima stagione e dove era ritornato dopo la bella stagione 2013/2014, in prestito dal Manchester City) e dei Reds e da tempo il suo procuratore-mentore Mino Raiola, uno che di trasferimenti di giocatori ha molta voce in capitolo, ha cercato di piazzarlo ovunque. In ordine sparso, Balotelli è stato cercato da molte squadre: dal Beşiktaş al Crotone; dal Manchester United al Wolverhampton; dal Sassuolo al Napoli; dal Chievo e inglesi Everton e Crystal Palace; dal Nantes al Nizza. E proprio il club rossonero di Francia ha preso, praticamente a gratis, l’attaccante bresciano. Essendo un social addicted, SuperMario ha twittato “Ciao Nizza, mi manda Garibaldi” come frase di benvenuto ai suoi nuovi tifosi.

Se Balotelli da mercoledì è un giocatore del club allenato da Lucien Favre, FantAntonio è ancora un giocatore della Sampdoria. O meglio, è un fuori rosa della Sampdoria: non giocherà mai in prima squadra; continuerà a cambiarsi con i magazzinieri (come scrisse via social la moglie); si allenerà per conto suo. In pratica, o Cassano rescinde il contratto con il club doriano, diventando uno svincolato, altrimenti almeno fino al prossimo gennaio, quando inizierà il mercato invernale, non potrà andare a giocare da nessuna parte. E gennaio è lontano, il suo valore crollerà e non è detto che qualche squadra lo possa tesserare anche se si svincolerebbe (il suo contratto scadrà il prossimo 30 giugno).

Mario ed Antonio sono due fra i migliori attaccanti italiani della loro generazione: uno forte fisicamente e l’altro leggero, ma uomo d’area; uno con un grande fiuto del gol e l’altro inventore di giocate impossibili; uno punto di riferimento in attacco e l’altro punto di riferimento per risolvere partite districate. Non hanno mai giocato insieme in squadre di club, mentre lo hanno fatto in Nazionale ed i risultati sono stati eccelsi: era la coppia titolare dell’Italia ad Euro2012, quando gli azzurri si fermarono solo in finale, battuti da una grande Spagna. In quel torneo, Balotelli segnò tre reti e la sua doppietta con cui annichilì la Germania ha fatto storia (come la sua esultanza), mentre il classe 1982 segnò una sola rete (contro l’Irlanda nella fase a gironi), ma il suo apporto è stato determinante. Durante la kermesse continentale, SuperMario e Fantantonio militavano nel Manchester City e nel Milan e dopo di allora i due giocatori sono diventanti insopportabili ai loro club: Balotelli è stato inviso alle tifoserie di Liverpool e Milan, mentre Cassano ha sempre goduto di rispetto da parte dei tifosi blucerchiati.

A differenza di Balotelli, Cassano sono anni che riempie i giornali più per le “cassanate” e le sue intemperanze piuttosto che per i gol e le giocate: il suo ritorno da “figliol prodigo” alla Sampdoria è stato recepito come ultima spiaggia per tornare ad essere quel campione che fece stropicciare gli occhi ai tifosi italiani il 18 dicembre 1999 con il suo bellissimo gol, da minorenne, all’Inter. E invece le “cassanate” sono continuate fino agli ultii alterchi con il presidente sampdoriano Ferrero che al suo numero 99 non le ha mai mandate a dire. E a 34 anni essere fuori rosa è il segnale che per Cassano la parola “fine” sulla sua carriera si sta avvicinando sempre più, in parte perché l’età passa per tutti e perché chi si prenderebbe in squadra un calciatore che ovunque è andato a giocare ha creato sempre problemi all’ambiente? Nessuno, ormai.

Balotelli rispetto a Cassano è più giovane (è un ’90), anche lui è nel circus da quando aveva 18 anni, quando, proprio come l’attaccante barese, sembrava dovesse spaccare il mondo del calcio. A 26 anni, “Balo” sta entrando nella fase di massima espansione della carriera, ma è conosciuto anche lui ormai per le sue “bizze che per i gol.

Stiamo parlando comunque di due grandi giocatori che hanno avuto le qualità giuste per diventare dei campionissimi, ma che durante il loro percorso professionale non hanno mantenuto le promesse. Perché un conto è non rispettare le promesse per colpa degli infortuni (quanti giocatori non sono “decollati” per colpa di gravi infortuni?), un conto è non mantenerle per colpe proprie.

E per “promesse” non si intende solo segnare e alzare trofei (Balotelli qualcosa in più ha vinto rispetto a Cassano, questo è da dire), ma significa mettere la testa a posto una volta per tutte, prendere per mano le proprie squadre ed i compagni nei momenti di difficoltà, significa non montarsi la testa e smetterla di fare “cassanate” e “balotellate”, significa diventare campioni e Uomini con la U maiuscola. E visto che molti bambini e ragazzini li hanno presi come esempio, sarebbe stato meglio abbassare la cresta, tracciare una riga sul passato, ricominciare da capo e ri-diventare calciatori.

Tra i due, Mario Balotelli è quello che avrà più chance di giocare: il Nizza lo scorso anno si classificò quarto in Ligue 1, parteciperà all’Europa League ed è stata trascinata così in alto grazie alle reti messe a segno da Hatem Ben Arfa, attaccante classe 1987 ora in forza al PSG e considerato, almeno dieci anni fa, come uno dei migliori attaccante del Paese. In pratica, un Balotelli à la françaisevisto che solo lo scorso anno, dopo alcune parentesi poco felici in Inghilterra, è decollato definitivamente. Se Nizza, piazza tranquilla, ha rigenerato Ben Arfa può rigenerare tranquillamente anche Mario Balotelli. Cassano se, come detto, non rescinde e si svincola, allo stadio invece ci andrà solo in tribuna

Se Balotelli (un po’) ride, Cassano piange. Ma chi è causa del suo mal, pianga se stesso…e questo vale anche per SuperMario che si ritrova ora lontano dai palcoscenici dorati dell’Europa che conta anche per colpe proprie.

Pinocchio” terminava con il protagonista che diventava un bambino in carne e ossa, con abiti nuovi, una casa nuova mentre su una sedia era appoggiato il suo vecchio corpo di burattino di legno. Tutti sperano (ancora una volta) che Antonio e Mario possano seguire l’esempio del Pinocchio-bambino: ricominciare da capo con una “testa” nuova ed una vita nuova.

Il calcio italiano ringrazierebbe, ancora una volta.