Castrovilli: “Ho voluto fortemente la Lazio. Questo trasferimento per me significa rinascita”

Le prime parole del centrocampista da biancoceleste

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Gaetano Castrovilli ph: Fornelli/Keypress

Il mercato della Lazio è stato finora uno dei più sorprendenti di tutta la Serie A, con Lotito e Fabiani che stanno costruendo fianco a fianco con Baroni una squadra che può lottare per un piazzamento in Champions, nonostante le varie cessioni che hanno compromesso il valore della rosa.

Castrovilli: “Il mister fa un gioco che a me piace tanto”

L’ultimo colpo messo a segno dalla formazione biancoceleste è stato Castrovilli, che svincolatosi dalla Fiorentina ha trovato casa nella Capitale, pronta a offrire all’ex viola un ruolo da protagonista nel gioco di Baroni.

In occasione del suo arrivo, il centrocampista ha rilasciato un intervista per Lazio Style Channel, in cui ha parlato dei motivi che l’hanno spinto a scegliere la Lazio e delle prime impressioni che ha avuto della squadra e del mister. Ecco le sue parole:

SUL TRASFERIMENTO:

Questo trasferimento per me significa rinascita, dopo due anni veramente di buio sento delle sensazioni molto positive. Ho voluto fortemente la Lazio, l’ho detto più volte al mio procuratore, ora sono felice. Sento di avere una scintilla dentro di me, spero che nasca il fuoco, ho voglia di rifarmi, tanti obiettivi che voglio aggiungere, il primo è far contenti i tifosi della Lazio. Prima di tutto far bene col club, poi riconquistarmi la Nazionale”.

SU BARONI:

Il mister gioca molto sulle pressioni, fa un ottimo gioco che a me piace tanto, vuole che la squadra giochi, abbia un’identità. Mi reputo un giocatore tecnico, può esaltare le mie caratteristiche. Sono un ragazzo timido, ho tenuto tanto le emozioni in questo periodo, quando è arrivata la firma mi sono liberato. Ho incontrato Zaccagni in aeroporto, siamo saliti insieme. Ho trovato un gruppo fantastico. Non solo i miei compagni, ma anche chi c’è dietro le quinte”.

SUL NUMERO DI MAGLIA:

Un giocatore della Lazio che ti piace? Rocchi, anche se non rispecchia il mio ruolo. Lo vedevo come il simbolo della Lazio. Il 22? Per Kakà, ma soprattutto l’ho scelto per mio figlio, è nato il 4 febbraio. 2+2=4. Sono innamorato dei bambini, essere genitore è un’emozione incredibile. Lo devo a mia moglie, lei e mio figlio mi hanno dato una grande forza dopo il secondo infortunio, è stato molto difficile. Grazie a loro sono riuscito a superare questo ostacolo che era gigantesco”.

UNA PROMESSA?

“Facevo danza classica, mi dicono che in campo quando mi muovo sembro un ballerino. La danza mi ha aiutato nella coordinazione. Una promessa? Impegnarmi sempre, sudare questa maglia, sono pronto a dare tutto, pur di far un grande campionato“.