Cassano, genio e sregolatezza
La notizia è arrivata in mattinata come un fulmine a ciel sereno in queste calde giornate di luglio: Antonio Cassano si ritira dal calcio. “Ma come, non ha firmato otto giorni fa con l’Hellas Verona?”, chiederebbe il tifoso che è trasecolato davanti alla notizia. Eh sì, nonostante la firma con la squadra neopromossa in Serie A, l’attaccante di Bari Vecchia ha deciso, a 35 anni compiuti lo scorso 12 luglio, di appendere gli scarpini al chiodo e di fare altro nella vita.
Alle ore 16 il dietro front: Antonio Cassano non si ritira più. Nella conferenza stampa organizzata per spiegare il motivo della decisione, il giocatore ha smentito sé stesso, chiedendo scusa a tutti, ringraziando la dirigenza veronese e mister Pecchia per avergli fatto capire che avrebbe commesso un gesto sbagliato (il calciatore ha usato un linguaggio più…colorito) nel lasciare la squadra ed il calcio. Continua quindi l’avventura di Antonio Cassano con la maglia del club veneto.
La decisione dell’iniziale ritiro è stata legata al fatto che il giocatore sentisse troppo la nostalgia di casa. E fin qui è stato coerente con sé stesso, perché dopo la fine del suo secondo rapporto con la Sampdoria, Cassano è stato cercato da molte squadre di Serie A e Lega B, ma ha sempre rifiutato ogni offerta perché non voleva allontanarsi troppo da Genova, la città che lo ha adottato e dove vive con la moglie Carolina, i figli Christopher e Lionel e la madre Giovanna, giunta tempo fa dalla Puglia. E proprio la moglie e i figli, giunti in mattinata a dargli conforto in ritiro, gli hanno fatto capire di essersi pentito della decisione iniziale.
Sui social la notizia è stata accolta in malo modo dai tifosi, sostenendo che la troppa nostalgia di casa fosse una scusa per non allenarsi e di non essere ancora al top per giocare in Serie A. Eppure dal ritiro trentino di Primiero, Fantantonio ha dimostrato di avere ancora i colpi del fuoriclasse anche se è ancora indietro con la preparazione fisica.
A distanza di sette mesi dalla rescissione con la Sampdoria, Cassano lo scorso 10 luglio aveva ha firmato con i gialloblu di Fabio Pecchia, andando a riformare con l’ex sampdoriano Pazzini la magica coppia che nella stagione 209/2010 ha portato il sodalizio allora del presidente Garrone al 4° posto in campionato e a giocarsi i play off (poi persi) di Champions League.
Mettiamola così: l’iniziale decisione di Antonio Cassano di ritirarsi dal calcio rientra a pieno titolo come la prima “cassanata” con la maglia della sua nuova squadra.
E proprio le “cassanate” rimarranno nell’immaginario collettivo come il marchio di fabbrica del giocatore. Coniato da Fabio Capello nei suoi confronti quando militava nella Roma, il termine “cassanata” è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo come “gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano”, come recita il sito della Treccani. E proprio questi gesti (dalla guida senza patente appena diciottenne all’imitazione di Capello quando era al Real; dalle “corna” e alle minacce in campo agli arbitri Rosetti e Pieri agli insulti a Garrone, alla lite furibonda con Stramaccioni quando era all’Inter solo per citarne alcuni) hanno fatto il male di Cassano: un eterno Peter Pan che ha bruciato un talento clamoroso solo per quella sua voglia di aver sempre ragione lui e di non sottostare alle regole.
Ma chi è l’Antonio Cassano “calciatore”? Un atleta a metà tra l’essere uno dei più giocatori più fantasiosi del nostro calcio, fatto di grandi colpi e di gran gol ma anche uno di quei giocatori cosiddetti incompiuti (“poteva, ma non è stato”). E proprio questo fattore è stato quello che ha caratterizzato la vita calcistica di Cassano: un talento sprecato per i colpi in suo possesso.
Ma ridurre Cassano alla semplice “macchietta” è irrispettoso nei suoi confronti: non si gioca nelle migliori squadre d’Italia e nel Real Madrid per caso e se in diciotto anni di professionismo ha giocato 515 partite e segnato 139 reti, qualcosa vorrà pur dire.
Per non parlare dell’Europeo portoghese del 2004, dove Cassano è stato il trascinatore della squadra nonostante l’eliminazione già nella fase a gironi. Quel Cassano era forse al top della carriera e di quella manifestazione rimarranno impresse le sue lacrime dopo la partita con la Bulgaria.
Chissà cosa è passato per la testa di Cassano questa mattina per arrivare ad una decisione così forte. La notizia della sua rescissione con la Samp aveva fatto intendere che sulla sua carriera stava lentamente calando il sipario ed invece la sua volontà di tornare a giocare in Serie A lo aveva spinto prima ad allenarsi con la Primavera dei blucerchiati e poi per conto suo. La notizia della sua firma con il Verona aveva fatto tornare il sorriso ai suoi numerosi fan, contenti di rivedere il loro idolo calcare ancora i campi della massima serie.
Gli amanti del calcio non ce lo vedono Cassano dedito totalmente alla casa e fare il “mammo”, mentre lo vorrebbero in campo per rivedere le sue giocate funamboliche, i dribbling e gli assist per i compagni.
Antonio hai fatto venire un colpo ai tuoi fan. Non deluderli ancora e vinci questa scommessa con te stesso e per chi tifa per ancora per te.