Il caso ultras non riguarda soltanto la giustizia ordinaria, ma anche quella sportiva. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha già chiesto ai PM della Procura della Repubblica di Milano gli atti d’indagine non coperti da segreto per poi verificare condotte rilevanti per l’ordinamento sportivo da parte di Inter, Milan e dei loro tesserati. I quali saranno chiamati a rispondere alle domande del procuratore sui rapporti vietati dalle norme Figc.
Cosa dice la giustizia sportiva? Ecco gli articoli del Codice di Giustizia Sportiva
Il comma 1 dell’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva sulla prevenzione dei fatti violenti, recita: “Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente”. Invece il comma 10 parla dei tesserati, a cui “è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall’art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione. In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente comma, si applicano le sanzioni di cui al comma 9”.
Nessuna penalizzazione prevista per Inter e Milan | Il precedente della Juventus fa pensare a multe salate
Per tali violazioni si applicano le sanzioni delle ammende: per i club di Serie A vanno da 10mila a 50mila euro, per i tesserati di Serie A sono previste multe da 20mila euro a testa. Sempre secondo la Gazzetta dello Sport, Inter e Milan non rischiano di essere penalizzate con dei punti in meno in classifica.
Anche per via dell’illustre precedente che coinvolse la Juventus nel 2017, quanto l’allora procuratore federale Giuseppe Pecoraro chiese 30 mesi di inibizione e 50mila euro di ammenda per il presidente Andrea Agnelli, due gare di campionato a porte chiuse più un ulteriore turno di sospensione per la Curva Sud dell’Allianz Stadium. Poi la Corte Federale cancellò i 30 mesi ad Agnelli, al quale fu inflitta una multa di 100mila euro. Invece la Juventus venne multata di 600mila euro e con un turno della Curva Sud chiusa.