Caro Milan c’eravamo tanto amati

Lettera a cuore aperto di un tifoso rossonero anonimo scritta di getto dopo la cocente delusione della Champions che manda in fumo un'intera stagione.

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Roma Milan
espulsione Theo Hernandez ph: Fornelli/Keypress

Quello che segue è una missiva in cui si potrà identificare qualunque tifoso milanista dal cuore spezzato

Caro Milan c’eravamo tanto amati, perché ieri sera è stata scritta un’altra pagina nel diario dei dolori che sarà difficile dimenticare. Viene un sorriso amaro nel dirlo, eppure questa esclusione anticipata dalla Champions per mano del- squadra in crisi conclamata reduce dal recente esonero dell’allenatore e da una umiliante sconfitta contro il Lilla per 6-1 – brucia e brucerà quasi come il drammatico 25-05-2005 di Istanbul il cui tabellino non vogliamo nemmeno menzionare. Il vecchio cuore rossonero è dolente perché parliamo di un suicidio annunciato, un turno di play-off che avremmo potuto, anzi, dovuto evitare. La patetica prestazione di Zagabria si è così rivelata l’inizio della fine del nostro percorso europeo, ma un avversario come la squadra di Rotterdam pescata nel conseguente sorteggio era assolutamente alla nostra portata. Al danno si aggiunge la beffa di una eliminazione che è diretta conseguenza della sconfitta umida e piovosa d’andata, ma che stava per essere mondata da una partenza fulminante nel ritorno di ieri sera. Aver riaperto i giochi con il vantaggio conseguito dopo 48” sembrava la risposta ideale a quel beffardo gol di Paixão subito al terzo minuto di gioco di una settimana fa. Il nostro vecchio Milan sembrava in palla, notte di Champions e abito buono come ai bei tempi. Ma poi qualcosa è andato storto, e anche se non è bello porre la croce su un solo giocatore, questa sconfitta ha un nome e un cognome.

C’eravamo amati perché i nomi che han fatto la storia sono pari ai supereroi che mai tradiscono, a differenza di quelli odierni. Ripercorrendo i nomi di Maldini, Baresi, Van Basten, Kakà, Seedorf, l’unico sentimento che prevale è la nostalgia. E qui arriva la nota dolente: ieri sera ci siamo sentiti tutti traditi come quando la moglie nel letto con il tuo miglior amico. Theo Hernandez non ha semplicemente esibito una prestazione sottotono, farebbe parte del gioco, ci mancherebbe. Il francese ha invece fatto l’ennesimo colpo di testa, un po’ come il bizzarro cambio di look esibito a Rotterdam (un funesto presagio?). Non è ammissibile prendere due ammonizioni in maniera scellerata come ha fatto l’ormai ex idolo dei tifosi, perché il gesto reiterato sa di harakiri. Ridurre la squadra in dieci nella notte che vale una stagione, è l’atto finale di una anno orribile per uno degli uomini chiave di quello scudetto che pare ormai lontano anni luce.

Ci siamo tanto amati ormai tempo fa caro Theo, ma oggi non ti riconosciamo più. In alcuni momenti ci siamo illusi di rivedere il vecchio fulmine della fascia sinistra, come nella bellissima rimonta di Riad in cui hai dato il via alla rimonta e probabilmente sarà l’ultima fotografia con cui ti ricorderemo, come succede con i vecchi amanti. Perché la tua storia con il Milan è giunta ai titoli di coda, e da ieri lo hai capito anche tu. A noi interessa poco dei milioni che sei costato alla società con la tua impudenza di ieri, ma gli introiti che verranno meno per il mancato passaggio del turno ricadono comunque sulle nostre teste di umili tifosi. Le ripercussioni di questo trauma avranno sicuramente effetto anche sulla Serie A e se a fine stagione non ci qualificheremo per la zona Champions. Tu da solo hai vanificato il lavoro di tutto il gruppo in un contesto già complesso. Tante volte questo anno è stato descritto come un vertiginoso sali e scendi da montagne russe e ora siamo arrivati al fine corsa.

Ceravamo tanto amati e continueremo ad amare i nostri colori, ma ci state veramente mettendo a dura prova. Nessuno è esente da colpe, dalla società in giù nessuno escluso. Ma dopo gli aggiustamenti fatti nel corso della stagione, l’avvicendamento in panchina, i nuovi importanti innesti di gennaio, nessuna scusa è ora accettabile. Questo Milan adesso è competitivo a ogni livello, probabilmente non idoneo per affrontare degnamente una finale, ma non certo per uscire ai sedicesimi della Champions. Siamo stati in Serie B, abbiamo conosciuto anni bui come capita nel mestiere di ogni tifoso, ma oggi facciamo fatica a tirare fuori la voce e tifare per i nostri colori quando gli stessi idoli che supportiamo non ci credono. Ci sentiamo traditi perché abbiamo la consapevolezza che la stagione è già finita a febbraio, e non sappiamo più nemmeno cosa sognare.

Reclamiamo il nostro sogno.

Reclamiamo rispetto.

Firmato un cuore rossonero infranto, uno dei tanti.