Carletto über alles

Ancelotti

In campo universitario prendersi un anno sabbatico per un docente significa che per un anno intero il “prof” non insegnerà ma potrà dedicarsi ad altre attività, anche non legate alla sua materia di insegnamento: un anno di pausa per ripartire di slancio.

Il concetto di “anno sabbatico” può essere esportato anche nell’ambito calcistico. E proprio un anno sabbatico si è preso Carlo Ancelotti: dopo la vittoria della Champions League alla guida del Real Madrid nella stagione 2013/2014, vincendo la “décima”, il tecnico di Reggiolo si è concesso un anno di pausa e dal 1° luglio allena il Bayern Monaco, uno dei top club europei per antonomasia.

I bavaresi debutteranno proprio stasera all'”Allianz Arena” in campionato contro il Werder Brema nel solito anticipo che vede i campioni in carica dare il calcio d’inizio della Bundesliga, giunta quest’anno all’edizione numero 54. Ancelotti, dopo Giovanni Trapattoni, è il secondo italiano ad allenare una squadra della Serie A tedesca. Anche il “Trap” allenò i roten tre stagioni (consecutive) tra il 1995 ed il 1998, vincendo un campionato, una coppa ed una supercoppa nazionale.

Sulla carta, la massima serie calcistica teutonica non ha storia: il Bayern Monaco è nettamente più forte di tutte le avversarie ed è alla ricerca del quinto titolo consecutivo, un record senza eguali per la Bundesliga. I rossoblu da quattro anni non hanno avversari in Germania, tanto che, oltre ad aver vinto altrettanti Meisterschale, nello stesso periodo hanno conquistato tre Coppe di Germania e due Supercoppe di Germania, perdendo però ben tre finali consecutive (tutte con in panchina Josep Guardiola). Nel mentre, in Champions League, i bavaresi hanno vinto una sola volta (derby contro il Borussia Dortmund a Wembley) venendo sconfitti per tre anni consecutivi in semifinale: una vera beffa.

Carlo Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti del calcio italiano ed europeo di questo XXI secolo, è stato chiamato a fare ciò che il tecnico considerato come il migliore del Mondo, Josep Guardiola, non è riuscito a fare nei suoi tre anni bavaresi: vincere la Champions League.

La concorrenza europea è stata molto forte in questi anni e solo una squadra può vincere (va da sé), ma con la squadra data a Guardiola, e visto ciò che fece con il tiki-taquen in patria, qualche gioia in più poteva arrivare. Ancelotti è stato considerato ad inizio carriera un perdente di lusso, non è Guardiola mediaticamente e tatticamente, ma si pensa che in Baviera quest’anno ci sarà molto da divertirsi.

“Carletto”, che rientra nel ristretto circolo di coloro che hanno vinto la coppa sia da giocatore che da allenatore (sei, compreso il “filosofo” di Santpedor), ha tra le mani una vera corazzata e ogni estate si rinforza sempre più non solo strappando i migliori giocatori agli avversari, ma anche acquistando top player da altri campionati: quest’estate sono arrivati dal Borussia Dortmund (il vero antagonista dei roten in questi ultimi anni) Mats Hummels e dal Benfica la promessa portoghese Renato Sanches, investendo complessivamente oltre 70 milioni di euro. Senza contare i vari Götze, Thiago Alcántara, Lewandoski, Benatia, Alonso, Vidal, Coman e Douglas Costa arrivati (ed andati via) dal 2013 a oggi.

Il Bayer Monaco è una delle società migliori d’Europa e del Mondo, società virtuosa economicamente e con uno stadio che viaggia sulla media del sold out da tre stagioni. Chiaro che una squadra del genere non possa che affidarsi ad uno dei migliori tecnici europei per tornare sul tetto d’Europa e del Mondo. Ancelotti sullo stesso piano di Max Allegri ed Unai Emery: basta spadroneggiare in Serie A ed in Ligue 1, ora c’è da vincere anche in Europa.

Ancelotti ha vinto moltissimo con il Milan a livello nazionale (campionato, Coppa Italia e Supercoppa) ed internazionale (due Champions League, due Supercoppe europee, un Mondiale per Club), ma anche in Inghilterra (campionato, Community Shield, Coppa d’Inghilterra con il Chelsea), Francia (campionato con il Paris Saint-Germain) e Spagna (Coppa di Spagna, Champions League, Supercoppa e Mondiale per Club con il Real Madrid). Diciotto titoli vinti da quando ha iniziato ad allenare (Reggiana, Serie B, 1995/1996) e unico a vincere almeno un titolo nei top 5 campionati europei. Come dire: con Ancelotti è difficile non vincere qualcosa.

Karl Hopfner, Presidente del Bayern Monaco, lo scorso dicembre ha fatto un colpo da maestro: tesserare con un quadriennale un maestro di calcio “a spasso”. E Ancelotti è partito con il piede giusto, vincendo il 14 agosto scorso la Supercoppa nazionale superando per 2 a 0 il Borussia Dortmund: Guardiola nei suoi anni a Monaco di Baviera non ha mai vinto il primo trofeo della stagione, perdendo tre finali consecutive.

Ancelotti, sulla carta, è uno dei top coach in circolazione: allenatore vincente, abituato a confrontarsi sul palcoscenico internazionale, abituato ad interfacciarsi con top player tutti i giorni, uno che è sempre sul pezzo ed un allenatore che è migliorato anno per anno. Sono lontane anni luce le due stagioni e mezze sfortunate di quando allenava la Juventus: un settimo posto (da subentrato a Marcello Lippi) e due secondi posti consecutivi (fra il febbraio 1999 e il giugno 2001) ed una piazza che non lo ha mai amato.

E siamo sicuri che Ancelotti non si è arrugginito in questo anno di pausa, anzi ma non vedeva l’ora di tornare ad annusare l’erba del campo, dando indicazioni ai suoi giocatori.

Quest’anno dovrà gestire una squadra affamata e di un valore tecnico molto importante (anche se è un gradino sotto Barcellona e Real Madrid) che vuole vincere il più presto possibile il campionato per dedicarsi totalmente alla Champions League. Guardiola non c’è riuscito, riuscirà nell’intento Carletto da Reggiolo? La risposta la sapremo solo la sera del prossimo 3 giugno a Cardiff, in Galles.

Una cosa è certa: Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona, Juventus, PSG e City dovranno fare i conti contro i ragazzi di Ancelotti.

Si prospetta un’altra stagione calcistica di intenso valore grazie anche ad un tecnico italiano, uno dei migliori, massimo rappresentante di una scuola che piace sempre di più all’estero.