Torna a parlare Walter Sabatini, stavolta alla redazione della Gazzetta dello Sport. L’ex ds ha prlato della Roma di Mourinho e di Dybala, calciatore arrivato in Italia grazie all’ex dirigente di Roma, Inter, Lazio, Palermo e Bologna.
Sabatini, che cosa pensò la prima volta che vide Dybala?
“Che fosse un talento incommensurabile. Acquietava il cuore con l’armonia del gioco. Essendo stato al Palermo, ero molto legato a Zamparini, che preso l’attaccante nella seconda serie B argentina. Gli osservatori dicevano un gran bene di quel ragazzo argentino e poi, quando esplose in rosanero, il presidente mi diceva: ‘Ma come? Uno come te non prende un giocatore come Paulo?’. Solo che chiedeva già cifre alte e in quel momento alla Roma non potevamo permettercele”.
Quindi non è sorpreso del suo attuale rendimento?
“Sarei rimasto sorpreso se avesse fatto male. Dybala è un campione e un cecchino implacabile. La Roma ha compiuto una operazione meravigliosa nel prenderlo. E ha fatto bene a non preoccuparsi troppo degli infortuni. È solo una questione di cicli: anche quelli negativi passano”.
Lo ha incontrato di recente?
“Sì, e come sempre è stato molto carino nei miei confronti. Non aveva ancora firmato per la Roma, ma ero sicuro che l’avrebbe fatto. La presenza di Mourinho è stata decisiva per la sua scelta e questo non mi sorprende: l’ascendente che il portoghese ha sui giocatori è enorme. E giustamente, vista la sua carriera”.
Quanto pensa che sia grande il rimpianto della Juve avendolo perso a zero e vedendolo giocare in questo modo?
“Non conosco le esigenze dei bianconeri e quindi non saprei rispondere, ma dico che l’accanimento sulla Juve mi pare esagerato”.
Da ex interista, è possibile che anche il club nerazzurro si sia pentito di non aver fatto l’ultimo passo per prenderlo?
“Guardi, non mi piace entrare nelle vicende dei club. Dico solo che per uno come Dybala si pentono tutti quelli che non ce l’hanno, ma comunque andare alla Roma non è mai una seconda scelta, perché la società sta facendo un gran percorso di crescita. E Paulo è pronto a fare altri 100 gol in Serie A con la Roma”.
Crede che la Roma ce la farà ad entrare tra le prime quattro?
“Dipenderà da molte cose. Ad esempio dal rientro di Wijnaldum e da quel pizzico di fortuna, che si vuole sempre nelle cose della vita”.
Ma se i giallorossi non entrassero in Champions, pensa che Dybala sarebbe tentato di esercitare la clausola di rescissione per andare via?
“Le dico solo che ci viene a Roma difficilmente sceglie di andarsene. Qui, poi, c’è una tifoseria che sa spingerti verso tutti i genere di traguardi. L’accoglienza che hanno fatto a Paulo è stato qualcosa di eccezionale. Impossibile non restare colpiti”.
Lei mostra un debole per Dybala come quello che aveva per Pastore.
“Se non avesse avuto problemi fisici, anche Javier avrebbe fatto i tifosi della Rom . Io intanto al Mondiale, senza l’Italia, tiferò Argentina. Con Messi, Lautaro, Di Maria e Paulo possono andare lontano”.