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Calciomercato Milan, Rafael Leao dallo Sporting al sogno Premier | I rossoneri si arrendono?

L'attaccante spera

RAFAEL LEAO PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il passaggio allo Sporting dopo avere firmato con il Benfica

C’è sicuramente un aspetto per il quale, se sei a Lisbona, ti squadrano da capo a piedi. Ed è racchiuso in una domanda: sei del Benfica o dello Sporting? La domanda ha avuto parecchia legna per prendere fuoco da un anno preciso, il 1907. Il giorno prima del derby della capitale lusitana, infatti, otto giocatori del Benfica passarono in casacca biancoverde. Inutile dire che la prima delle due non prese la cosa proprio benissimo.

Un sogno chiamato calcio

Bene, ora si può strappare qualche pagina dal calendario di inizio secolo e arrivare ai giorni nostri. Per rivedere lo stesso copione portato in scena da Rafael Leao. Che ora è un attaccante del Milan da 115 presenze e 31 reti spinte nell’altrui sette, ma in precedenza fu dello Sporting. Al quale, però, pervenne dopo che aveva già firmato con il Benfica. Cosa accadde esattamente il giocatore rossonero lo ha spiegato per filo e per segno in una lunga intervista rilasciata in chiave musicale a “Noisey Italia”. “Quando giocavo nello Sporting- esordisce- andavo nella stessa classe con i miei compagni di campo, quando iniziavano a fare casino iniziavo anche io , poi dovevamo uscire perché il nostro professore non poteva continuare. Penso comunque che ero un ragazzino intelligente e tranquillo”. Il ragazzo ha poi capito che ai banchi di scuola preferiva il rettangolo verde. A sette anni il piccolo Rafael capisce che tutto il suo destino futuro è racchiuso in una sfera di cuoio a esagoni bianchi e neri. Inizio nel Mora, poi una firma con il Benfica “ma – aggiunge-  non avevo la possibilità di andare agli allenamenti perchè Lisbona era lontano, e loro mi hanno detto di stare tranquillo che sarebbe arrivato qualcuno ad accompagnarmi agli allenamenti tutti i giorni”. In fondo il ragazzo mostrava stoffa e ben gli si rendeva disponibile un’automobile per farlo scorrazzare nel tragitto casa -campo d’allenamento campo  d’allenamento- casa. Ma, se la firma con il Benfica c’era, dei suoi emissari pronti per formalizzare il tutto, ha puntualizzato Leao, non vi è stata traccia. “Ho aspettato una settimana – ha aggiunto – non sono mai arrivati. Una settimana dopo mio padre li ha contattati e mi hanno detto che sarei andato in un altro club”. E quel club non era un sodalizio qualsiasi ma, appunto, lo Sporting. Forse nessuno gli ha raccontato di quel che accadde nel 1909. L’ormai cresciuto Leao, a quel punto, non era proprio convinto che sarebbe potuto diventare un fuoriclasse. Ma quell’idea gli ronzava in testa. Giorno e notte. E, come il “Nino” di Francesco De Gregori che si sentiva dire “un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”, si mise in testa un’idea meravigliosa: fuoriclasse magari ancora non sono, ma lo posso diventare. E allora giù di lavoro e sgambate. E, seminato il campo per bene, i frutti li ha colti eccome: Sporting Lisbona, Lilla e infine il Milan. Infine per ora, ca va sans dire. Da allora a oggi, Leao si coccola per bene un pensiero che lo domina a ogni comparsa in campo: “voglio vincere tante cose, cose importanti, essere importante nel mio club e vincere trofei individuali”. Le idee chiare le ha. E non da oggi. La voglia di tradurle in realtà pure.

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