Intervenuto in conferenza stampa alla fine del match dell’Olimpico, Maurizio Sarri ha parlato del pareggio contro la squadra di Tudor ma anche del suo futuro.
Ritiene questo quinto posto meritato? Mourinho ha detto che la Lazio è stata avvantaggiata dagli arbitri…
“Nell’ultimo derby, in cui hanno dominato, c’è stato un episodio in area loro su Milinkovic che ci ha svantaggiato. Siamo contenti di essere arrivati quinti davanti a una squadra che ha fatto grandi investimenti e ha un grande allenatore come lui”.
Oggi l’Olimpico era pieno: che effetto le ha fatto?
“C’era un’atmosfera talmente bella che uno si augura che ci possa essere ogni volta che giochiamo in casa. Tutto dipende da noi. Ci sono da smussare delle cose che hanno poco senso da entrambe le parti. La società deve fare uno sforzo perché lo stadio sia pieno, i tifosi devono calmarsi su un paio di giocatori, che non meritano un trattamento simile. L’aspetto positivo è che il potenziale è tanto”.
Sul rinnovo?
“Posso prendere qualsiasi tipo di decisione. Il punto è un altro: le politiche societarie deve farle la società, che è una delle poche in Italia che non è nelle mani di un fondo, ma di una famiglia. Per me è importante e mi fa impazzire, però è chiaro che un club simile non può competere economicamente con un fondo. Io posso entrare in ballo per dare qualche consiglio tecnico. Si può lavorare bene, l’ambiente è ottimo e il gruppo si è compattato bene. La situazione mi piace. Se siamo contenti andiamo avanti e facciamo il contratto. Adesso voglio solo cenare perché ho parecchia fame”.
La cosa della quale va più fiero del suo lavoro? E cosa le ha mancato?
“Ho fatto spesso autocritica. L’aspetto che mi dà maggiore soddisfazione è il coinvolgimento totale del gruppo negli ultimi 6 mesi. Quando i giocatori cominciano a parlare in campo usando i termini che usi solo tu vuol dire che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. C’è da migliorare in difesa: la squadra funziona se l’attacco fa bene. Un piccolo miglioramento c’è stato rispetto al girone d’andata, ma non basta”.