Lutto in casa Inter, è morto Mario Corso
Mario Corso, grandissimo mancino della Grande Inter di Helenio Herrera, campione euromondiale negli anni Sessanta è morto. Lo apprende l’Ansa in ambienti calcistici. L’ex giocatore dell’Inter aveva 78 anni. Si trovava ricoverato da giorni in ospedale.
Mario Corso e la foglia morta
Corso e’ entrato nella storia del calcio per il talento e la tecnica ma soprattutto per il suo modo letale di battere le punizioni, ribattezzato “a foglia morta”: poca rincorsa, calcio leggero di interno sinistro con la palla che scavalca la barriera e finisce rete.
Nato a Verona nel 1941, Corso inizio’ la sua carriera nella Audace SME e lego’ il suo nome all’Inter dal 1957 al 1973 collezionando 509 presenze e segnando 94 reti e vincendo quattro campionati nazionali, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
La Grande Inter
La svolta arriva nel 1960 quando il presidente Angelo Moratti ingaggia Helenio Herrera alla guida della squadra e il Magolo ripaghera’ vincendo tutto tra il 1963 e il 1966: e’ la Grande Inter di Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Peiro’, Domenghini, Sua’rez, Corso. Fu candidato per tre volte al Pallone d’oro, classificandosi settimo nell’edizione 1964, e inserito tre anni piu’ tardi dalla Fifa nella formazione Resto del Mondo per la partita d’addio del celebre portiere spagnolo Ricardo Zamora.
Maglia azzurra e panchina
La classe di Corso non basto’ a guadagnargli la maglia azzurra in modo stabile: per gli equivoci sul ruolo di trequartista e gli scontri con il ct Edmondo Fabbri non fu mai convocato per un mondiale o un europeo. In totale con l’Italia appena 23 presenze e 4 reti in dieci anni. Dell’Inter Mariolino Corso fu anche allenatore nella stagione 1985-1986, subentrando all’esonerato Ilario Castagner e conducendo la squadra al sesto posto final