Calcio Germania Est: il fattore Muro di Berlino
Il crollo del muro di Berlino trascinò nella polvere delle sue macerie politiche e non solo anche il calcio della Germania Est. Per il regime il football non fu mai disciplina prioritaria: si prediligevano, infatti, sport come il nuoto e l’atletica leggera, che potevano dare lustro sulla ribalta internazionale grazie anche (e soprattutto) all’utilizzo smodato del doping di Stato. Però, anche nel “fussball” di oltre cortina la lunga mano dell’apparato politico si faceva sentire eccome. Emblematico l’episodio avvenuto nel 1986 e che vide come protagonista la Dinamo Berlino, la squadra del sanguinario capo della Stasi, la Polizia segreta, Erich Mielke e che, dal 1979 al 1988, vincerà dieci titoli consecutivi. Come? Arraffando, spesso per decreto, i migliori giocatori del paese e ricevendo generosi aiuti sul campo come quello dell’arbitro, il signor Stumpf, di professione agente segreto proprio della Stasi che, a Lipsia contro la Lokomotiv (squadra mica da ridere, l’anno successivo condannata da un gol di Marco Van Basten nella finale di Coppa delle Coppe contro l’Ajax) concesse ai berlinesi un rigore ai limiti dell’assurdo.
Calcio Germania Est: lo splendore degli Anni 70-80
Eppure il calcio della Germania Est ha avuto anche lampi di buona qualità, soprattutto negli anni ’70 e in particolare nel 1974 quando il Magdeburgo conquistò la Coppa delle Coppe battendo in finale il Milan e Jurgen Sparwasser infilò ad Amburgo, Sepp Maier regalando alla DDR un’incredibile vittoria contro la Germania Federale ai Mondiali che i cugini occidentali, poi, vinceranno nella sfida con l’Olanda di Cruijff. Ma, paradossalmente, sarà proprio l’ossessivo controllo del regime il grande limite del football figlio dell’Oberliga, un campionato falsato praticamente dalla prima partita della prima stagione datata 1948. Il calcio tedesco orientale vivrà ancora qualche lampo, come quello del Carl Zeiss Jena che nel 1981 perderà la finale di Coppa delle Coppe contro la Dinamo Tblisi; un cammino europeo giunto fino all’atto conclusivo dopo l’epica ( e molto sospetta) rimonta nel primo turno contro la Roma di Falcao (all’Olimpico 3-0 per i giallorossi, al ritorno 4-0 per l’indemoniato Carl Zeiss).
Calcio Germania Est: il lento oblio
Poi il lento oblio, macchiato anche dal sangue di Lutz Eigendorf, capitano proprio della Dinamo Berlino, fuggito in Occidente e dopo qualche anno “suicidato” dalla Stati al di là del muro. E poi quel “no, Spassi no” pronunciato dai “papaveri” di regime quando si seppe che proprio Sparwasser, l’eroe di Amburgo, era fuggito all’Ovest. Un episodio che chiuse idealmente il cerchio attorno al pallone della DDR, strozzato dal “palazzo” di Berlino Est e che, comunque, aveva anche saputo produrre qualcosa di buono dal punto di vista tecnico; eredità postuma dopo il crollo del muro fu, ad esempio, la vittoria un po’ a sorpresa, del Pallone d’Oro nel 1986 da parte di Matthias Sammer, prodotto tecnico della Dinamo Dresda.