Brescianini: “Sappiamo di avere pressione, devo migliorare. Spalletti era venuto a Frosinone a vedermi”

Il centrocampista parla della Nazionale di Spalletti e non solo

marco brescianini
MARCO BRESCIANINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervenuto in conferenza stampa, Marco Brescianini, nuovo centrocampista dell’Atalanta, ha parlato della sua nuova avventura in bergamasco, della stagione dell’anno scorso al Frosinone e di Luciano Spalletti, ct della Nazionale.

Brescianini: “Giusta ora la chiamata in Nazionale”

Ti aspettavi di ritrovare Okoli in Nazionale? Quali sono le tue caratteristiche utili per guadagnare la convocazione?
“Sono stato felicissimo della convocazione, non me l’aspettavo di ritrovarlo qui dopo qualche mese. E’ un grande onore per me. Il mister credo abbia valutato la mia corsa, la mia duttilità e la mia serietà. Credo di poter giocare da mezz’ala o in un altro ruolo del centrocampo”.

A 24 anni ti ritieni giovane?
“Io ho fatto una scalata abbastanza graduale. Questo da un lato mi ha aiutato, ma dall’altro lato in termini di esperienze in grandi palcoscenici mi manca qualcosa. Credo però questa chiamata sia arrivata nel momento giusto”.

In cosa il passaggio a Frosinone è stato fondamentale? Qual è stato l’approccio del CT con voi?
“La scalata è stata importantissima, così come l’avventura in Serie A col Frosinone. Mister Di Francesco, il suo staff e il ds Angelozzi hanno giocato un ruolo fondamentale per la mia crescita, lì c’era un gruppo ottimo. Si sa come è andata a finire, ma quello è stato un trampolino di crescita. Spalletti era già venuto lo scorso anno a Frosinone, era venuto a vedere 1-2 allenamenti, ma in quelle occasioni c’era stato solo un saluto”.

Quanto è contato Gattuso nella tua crescita?
“E’ stato anche lui fondamentale, è stato il primo allenatore a credere in me e a farmi capire cosa volesse dire approcciare nel mondo dei grandi. L’ho avuto in Primavera al Milan, poi è andato in prima squadra e ha portato 2-3 ragazzi compreso me ad allenarsi con la prima squadra. Quella esperienza mi è servita molto”.

Quali sensazioni stai vivendo in questi giorni?
“Per me è un sogno che si avvera, forse ad oggi ancora non me ne rendo conto e le sensazioni sono state subito positive. Dopo il discorso del mister e di Buffon ho visto subito la squadra vogliosa di non ripetere gli errori commessi. Ora tocca a noi onorare questa maglia, ce la metteremo tutta”.

Voi siete stati promossi dal Frosinone, anche se poi il Frosinone è retrocesso. Qual è l’insegnamento di questa esperienza?
“La mentalità del Frosinone è sempre stata quella di lanciare giovani, di farli crescere e migliorare. E’ merito anche di un ambiente che non mette troppe pressioni e lascia spazio ai giovani di esprimersi. Il tutto viene fatto sotto la supervisione di persone che fanno benissimo il loro lavoro. La rinascita del calcio italiano può partire da società così”.

Questo dover ripartire della Nazionale è più uno stimolo o una pressione per voi?
“Uno stimolo. Essendo alla prima esperienza sia io che Caleb vogliamo dimostrare di che pasta siamo fatti. Sappiamo di avere pressione da tutto il paese, ma cercheremo di fare qualcosa in più rispetto a quanto fatto fino a oggi perché è sotto gli occhi di tutti che non è bastato. Dobbiamo mettere in campo le nostre qualità e compattarci a livello di squadra. In Nazionale ognuno di noi deve mettere qualcosa in più perché non c’è tempo”.

Quanto ti senti vicino a Milinkovic-Savic?
“Non mi sento ancora così vicino a lui, devo dimostrare, ho indicato il suo nome per prototipo e modello. Il mio obiettivo personale è migliorare ogni giorno e poi in futuro voglio essere Brescianini, non essere paragonato ad altri giocatori. Mi concentro su me stesso per valorizzare le mie qualità”.

Sei fan di Cremonini e Vasco Rossi. Questa convocazione è più ‘Un giorno migliore’ o ‘Come nelle favole’?
“Come nelle favole…”

Cosa serve per emergere in questo calcio?
“Prima di tutto un giocatore deve essere anche un atleta, abbiamo visto il numero di partite che si effettuano e la velocità con cui si gioca. Serve forza, velocità, atletismo e il tutto senza dimenticare la tecnica e la testa che giocano un ruolo fondamentale. Bisogna essere equilibrati con le emozioni, con i pareri delle persone esterne. Essendo un calcio così veloce bisogna pensare anche prima, vedere la giocata prima. Il giocatore deve essere valutato da tutti questi aspetti”.

Che emozioni provi pensando al fatto di dover sfidare la Francia? Qual è il tuo ruolo migliore?
“Il mio ruolo perfetto è la mezzala destra, anche se lo scorso anno ho giocato in tutte le posizioni del centrocampo. Se serve farò qualsiasi ruolo. Pensando alla Francia, bisognerà essere molto attenti al loro reparto offensivo, è la loro forza. E poi bisognerà fare attenzione alla loro fisicità, questi giorni li utilizzeremo per adottare strategie per vincere questa partita”.

Cosa ti aspetti dall’Atalanta?
Con Caleb anche lo scorso anno parlavamo del suo passato all’Atalanta, credo soprattutto questa estate abbia preso molti calciatori italiani e questo per me è un onore, ora devo pensare alla Nazionale ma poi voglio anche ripagare questa fiducia. Abbiamo visto tutti che realtà è diventata negli ultimi anni”.

Puoi raccontarci la tua estate?
“La mia estate è stata un po’ più movimentata di quella di Okoli, ma è la scelta che volevo. Sono felicissimo di questa scelta. Ora però sono concentratissimo sulla Nazionale, sono focalizzato su queste due partite”.