Barcellona, Albertini ricorda Roma 2009: “Un orgoglio”. Il VIDEO esclusivo di Iniesta

Barcellona Albertini un legame a doppio filo

E’ un’altra domenica senza calcio l’ultimo giorno che ci regala questo strano maggio, ma è una domenica pomeriggio in compagnia di chi la storia del calcio internazionale l’ha fatta e per davvero davvero. La Penya Blaugrana di Roma, editore tra l’altro di Radio Barca Italia, in coordinamento con le Penyes italofone e la Confederazione mondiale delle Penyes, ha organizzato una videoconferenza online per festeggiare l’anniversario della terza UEFA Champions League vinta dal Barcellona. La mitica finale del 27 maggio 2009 allo Stadio Olimpico di Roma quando la rivalità calcistica tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo prese le mosse. Per ricordare l’evento sono intervenuti il vice presidente istituzionale del Barcellona, Pau Vilanova Vila-Abadal, il presidente della Confederació Mundial Penyes FCB Antonio Guil Roman e, soprattutto Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della FIGC e campione del Milan e del Barcellona. Nel suo palmares cinque scudetti, tre Champions League e una di Liga. Fu proprio lui, in qualità di vice presidente della FIGC, ad organizzare la finale di Roma.

Barcellona Albertini i ricordi del dirigente della FIGC

Nel contesto della videoconferenza ha risposto alle domande dei giornalisti inviati, tra cui la redazione di Sport Paper. Ecco cosa ha detto. Albertini sei mesi a Barcellona da calciatore nel 2004-2005, ma sei mesi che hanno lasciato un segno decisivo. Il seme della splendida armata di Guardiola e Luis Enrique ? “Il seme di quelle vittorie è la qualità dei calciatori che erano già straordinari. Io sono sempre stato dell’idea dell’utilità del gruppo. Vi racconto però come è andata. Nel calciomercato di gennaio del 2005 mi chiama Rijkaard con cui avevo, ed ho, un grande rapporto. Mi ha praticamente cresciuto e mi chiede perché giocavo nell’Atalanta. Avevo scelto gli orobici per un progetto di lancio di giovani vicino Milano al termine della mia carriera. Mi propone di andare a fare la “chioccia” e io accetto di buon grado. Ho giocato solo 5 partite, meno di 300 minuti, in Liga e una in Champions League ma nello spogliatoio ho dato il vero contributo. Entrai in grande sintonia con tutto il gruppo, tanto che mi delegarono di andare a discutere con la Società i premi partita. Un giorno, l’attuale presidente Bartomeu, mi disse che nessuno in sei mesi aveva lasciato un segno cosi profondo. Ma la squadra era già straordinaria e lo ha dimostrato”.

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Albertini e l’alba di Leo Messi

Albertini ha tenuto a “battesimo” Leo Messi che entrò in prima squadra proprio nel 2004-2005. Si vedeva già la carriera che avrebbe fatto? “Racconto un episodio divertente. Il giorno del primo allenamento viene a salutarmi il presidente Joan Laporta e nello spogliatoio c’è questo ragazzo della cantera. Laporta chiede se mi conosce e lui “Ma certo è Albertini, ha vinto con il Milan” e io ovviamente non so ancora chi è lui. Pensandoci oggi fa sorridere. Poi iniziano i primi allenamenti e dopo il riscaldamento Rijkaard organizza due rondo (il torello). Da un lato i “normali” (Xavi, Iniesta, Puyol e io) e pensate loro erano i “normali”, dall’altro lato Ronaldinho, Eto’o, Deco e…Messi. Dopo due allenamenti chiamo un amico in Italia e gli dico che ‘ho visto il nuovo Maradona’. Ma il talento da solo non basta ci vuole tanto lavoro. Pensare che per 15 anni Leo è stato il numero uno è il senso di quanto è grande. Di quanto ha lavorato. A 16 anni non potevo sapere quanto si sarebbe impegnato. La Storia ha detto quanto”. 

Albertini e Roma 2009

La battuta finale è dedicata proprio a Roma 2009. “Il mio più grande orgoglio come dirigente sportivo è stata l’organizzazione di Roma 2009. Quella finale è stato lo spartiacque di tutte le finali tra quelle prima e quelle arrivate dopo. Immaginate solo le difficoltà che ci sono ad organizzare un evento a Roma. Ma è stato tutto bellissimo da Bocelli all’inizio che canta l’inno della Champions alla festa finale con i miei amici del Barcellona. Potete immaginare la mia felicità, Barcellona, il Barcellona sono una delle mie due squadre una delle mie due città di Vita”.

Il Video ESCLUSIVO di Andrés Iniesta

La “chicca” finale è rappresentata dal video, a sorpresa e in esclusiva per l’evento, che Andrés Iniesta ha inviato ai partecipanti. Poche parole, ma calde e sentite, per condividere il ricordo di Roma 2009. “Un saluto e un ringraziamento alla Penya Blaugrana di Roma e a tutte le Penyes italofone per questa commemorazione della finale del 2009. E’ stato un grande onore e un grande orgoglio vincere quella finale un vittoria che senza il vostro apporto non sarebbe stato possibile”