Avercene di Ngolo Kantè

Kanté, partito dalla gavetta delle serie minori francesi

 

Il Chelsea dopo x stagioni è tornata a vincere la Premier e la prossima stagione, dopo un anno sabbatico, tornerà in Champions League dalla porta principale e sarà testa di serie. Quindi possibile avversario della Roma o , se supererà i preliminari, del Napoli.

Si è parlato di miracolo di Antonio Conte, il tecnico approdato l’estate scorsa dopo la parentesi in azzurro, e grazie a lui per il secondo anno consecutivo un nostro coach ha vinto la Premier League dopo l’altro miracolo di Claudio Ranieri.

I londinesi, a parte un incerto inizio di stagione, hanno dominato il torneo anche se alla fine hanno avuto un po’ di pressione da parte di Tottenham e Manchester City. Fatto sta che per la x volta nella loro storia, la x negli ultimi x anni, hanno vinto il titolo di campione d’Inghilterra.

Difficile trovare il giocatore migliore: dal portiere Courtois, oramai un top player nel ruolo in Europa, al centrale difensivo Matic, già in orbita di squadre europee del “continente”, da Moses a x, fino a Diego Costa e Eden Hazard che, come il conterraneo Courtois, si sta imponendo come uno dei giocatori più forti in Europa nel ruolo di trequartista.

Eppure il giocatore simbolo dei blues vincitori della Premier è un francese del 1991 che nel ruolo di mediano ha fatto un campionato importante, confermandosi come il migliore nel massimo torneo inglese, e che ha ripagato in pieno l’importante spesa per il suo cartellino: N’golo Kanté.

Francese di x, Kanté si sta imponendo come un giocatore di pura sostanza, senza fronzoli ed incertezze. Dotato di un tocco grezzo ma efficace, l’ex numero del Leicester dei miracoli ha vinto non a caso il premio come x e come y. E si sta ritagliando uno spazio importante in Nazionale dove ricopre il ruolo ricoperto in passato da Makelele. Non proprio uno degli ultimi arrivati.

Il centrocampista di origine x è costato molto e ha fruttato altrettanto nelle casse dei foxes, ma ora per lui si apriranno ancora le porte della Champions League con una squadra che, nella massima competizione europea, ha sempre avuto un rendimento nel complesso alto grazie anche ai munifici investimenti di Roman Abramovich.

Tatticamente è molto sul pezzo e ha i cosiddetti “sette polmoni”, dovrebbe migliore la parte tecnica, ma con un tecnico come quello salentino il giocatore ex Caen può solo migliorare, visto che può disporre di compagni di una certa caratura. Uno su tutti x e y, dei veri mastini del centrocampo. Kanté ha patito l’inizio in salita del Chelsea, ma via via ha preso le redini del centrocampo e , con il passaggio al 3-4-3, la squadra ha iniziato a segnare con regolarità, ha incassato meno reti di prima e centrocampo lui e Matic hanno fatta una diga di muscoli e regolarità.

Kanté, partito dalla gavetta delle serie minori francesi e arrivato a vincere come gente del calibro di Ginola e Henry il Professional Footballers’ Association Players’ Player of the Year

ed Football Writers’ Association Footballer of the Year, è uno che non va per il sottile: takle precisi, scivolate sul pallone, pochi cartellini (x gialli e y rossi) e corsa, tanta corsa. Dotato di un fisico tutt’altro che da corazziere (xXx), Kanté è un giocatore che migliora di stagione in stagione, di partita in partita. E se lo scorso anno è stato tra i tre top del Leicester (insieme a Vardy e Merehez), quest’anno è migliorato ancora e può solo migliorare. Del resto ha 26 anni un calciatore entra nella sua fase di “massima espansione” e chissà cosa potrà fare ancora.

Ai tifosi dei Blues, allo stesso Conte e a Deschamps interessa solo una cosa: che rimanga così com’è.