Redona è un quartiere nella zona nord-est di Bergamo, nella parte de sura della cittadina orobica. Un quartiere come tanti di tante altre cittadine italiane, se non che sabato sera la piazza davanti al suo oratorio è stato il teatro dell’addio ad uno dei giocatori più amati, e decisivi, della storia ultracentenaria dell’Atalanta: German Denis.
Il “Tanque” ha rescisso il suo contratto che lo legava alla Dea per tornare a casa, in Argentina, e vestire la maglia dell’Independiente di Avellaneda. L’attaccante di Lomas de Zamora torna così a vestire i colori dell’ultima squadra in cui ha militato prima di sbarcare, per la seconda volta in carriera, in Europa per giocare con le maglie di Napoli, Udinese e, appunto Atalanta. Prima del club partenopeo, Denis aveva militato per diciotto mesi nel Cesena, quando il club romagnolo militava in Serie C1 (gennaio 2002-giugno 2003) e prima ancora aveva giocato in patria in squadre di serie minori (Talleres e Quilmes), sei mesi nel Los Andes e, dopo la breve parentesi italiana, il salto di qualità in Primera division con Arsenal de Sarandí, Colón e, appunto, i biancorossi di Avellaneda. Poi dall’estate 2008 il ritorno in Italia e la definitiva esplosione e consacrazione.
In questi anni, tra Napoli, Udinese e Dea, German Denis ha segnato settantasei reti, di cui 56 con la maglia bergamasca, diventando lo straniero più prolifico nella storia del club, superando il danese Rasmussen che deteneva il record dal 1956. Tra le sue reti più importanti, la prima segnata contro il Palermo, la tripletta in dodici minuti contro l’Inter, la rete in rovesciata contro il Sassuolo lo scorso aprile, oltre a tante altre segnate di destro, sinistro, di testa e su rigore.
Ed è proprio con la maglia nerazzurra che Denis ha dato il meglio di sé, andando per i primi tre anni in doppia cifra (sedici, quindici e tredici reti) e trascinando l’Atalanta a salvarsi ogni stagione. Le primavere che aumentano (35 anni per lui il prossimo 10 settembre), le partenze di “Jack” Bonaventura e Maxi Moralez e gli arrivi di Alejandro Gomez e, sopratutto, Mauricio Pinilla, hanno indotto il “Tanque” a fare la decisione più sofferta, tornare a casa.
Sabato pomeriggio, l’”Atleti azzurri d’Italia” è stato il teatro dell’emozione più grande per tutti i tifosi orobici: Atalanta-Sassuolo, ultima gara di German Denis con i colori nerazzurri.
Per l’occasione, la società gli ha confezionato una patch ad hoc con la sua immagine stilizzata e la scritta “Per sempre German”: se il 13 maggio 2012 l’Atalanta è stata spettatrice dell’ultima partita di Alessandro del Piero con la maglia della Juventus, questa volta è stato, al minuto 83′, l’“Atleti azzurri d’Italia” ad alzarsi in piedi per applaudire e salutare l’ultima cap del suo “carro armato” con la maglia della Dea. Corsi e ricorsi storici, si direbbe. Un saluto corale ad un giocatore che ha scritto la storia recente del club presieduto da Percassi, con annesse le lacrime da parte dei tifosi ed il giro di campo con tutti i compagni che indossavano una maglia celebrativa.
Ma il bello dove ancora venire, perché alle 20:30 Denis è arrivato a Redona dove ha trovato migliaia e migliaia di tifosi accorsi per salutarlo con cori e grida. Lui, commosso, ha salutato la piazza dicendo che Bergamo sarà sempre nel suo cuore, lasciando intendere che in un futuro non troppo lontano potrebbe tornare nella squadra della “città dei Mille” in un’altra veste. German Denis e Dea, un legame di quattro anni e mezzo che durerà a lungo nel corso degli anni.
I nuovi arrivi Diamanti e Borriello (che sabato ha sostituito proprio Denis) hanno un compito difficile, come tutti gli attaccanti che arriveranno in futuro a Bergamo: cercare di non far rimpiangere Denis.
Lui ora si godrà il suo fine carriera ad Avellaneda, ma nel suo cuore e nella sua mente avrà sempre la Dea e Redona.