Fenomeno Aston Villa
La stagione 1980-81 segnò, per il calcio inglese, uno dei tanti momenti di svolta in un football che, all’epoca, era spesso caratterizzato da sorprese in grado di ribaltare l’establishment, anche economico. Nel campionato precedente aveva prevalso il “solito” Liverpool di Kenny Dalglish e del bomber David Johnson mentre, al confine tra la zona europea e l’anonimato avevano veleggiato anche club considerati da tempo di seconda fascia malgrado, nel loro passato, ci fosse stato qualcosa d’importante da raccontare. L’Aston Villa, ad esempio: era il club che aveva vinto di più a cavallo del nuovo secolo, conquistando sei campionati tra il 1894 e il 1910. Poi qualche Fa Cup, un paio di Coppe di Lega ma anche pesanti ruzzoloni in Second Division. L’Ipswich Town, invece, squadra proveniente dalla contea del Suffolk, fino al 1960 non si era neppure mai affacciato alla massima serie: quando lo fece però, fu subito trionfo con il titolo di campione d’Inghilterra conquistato da autentico outsider. Negli anni a seguire una Fa Cup e niente più. La First Division 1980-81 partiva, dunque, con le solite favorite: il Liverpool, appunto, oppure l’Arsenal orfano di Liam Brady approdato alla Juventus. I Reds in effetti furono a lungo protagonisti ma, alla fine, la lotta per il titolo si risolse in un duello tra Aston Villa e Ipswich risolto a favore dei “claret&blue” che poterono così’ fregiarsi del titolo di campioni d’Inghilterra dopo 71 anni. I blues del Suffolk si “consolarono”, invece, con la Coppa Uefa, che Wark e compagni conquistarono nella doppia finale a spese degli olandesi dell’AZ 67 Alkmaar del bomber Kees Kist. L’impresa della squadra di Birmingham è molto legata alla saggezza del tecnico, Ron Saunders, capace di integrare giocatori ritenuti di medio cabotaggio, qualche “scarto” con giovani stelle in (potenziale) ascesa. Ecco allora che, davanti al portiere Rimmer, McNaught ed Evans agivano da centrali, Swain e Williams supportavano una delle “menti”, Gordan Cowans, che qualche anno dopo ritroveremo a Bari insieme al connazionale Rideout. Il capitano Dennis Mortimer, supportava Bremner e l’estro dell’ala Morley. In avanti le stelle: Gary Shaw, prodotto del vivaio, talento puro, premiato dal concorso “Bravo” del Guerin Sportivo come miglior under 21 d’Europa e la cui carriera fu frenata da un grave infortunio. E poi Peter White, bomber di peso, già protagonista dell’ascesa del Nottingham Forest di Brian Clough e che, con 20 reti, sarà anche il capocannoniere del torneo insieme ad Archibald, attaccante del Totthenam e futuro bomber del Barcellona. Sarà proprio White a chiudere il cerchio di quest’ultimo, indimenticabile momento di gloria per l’Aston Villa: il 26 maggio 1982 il centravanti segnerà, a Rotterdam il gol della vittoria contro il Bayern Monaco consegnando ai “Villans” la Coppa dei Campioni.