Calcio femminile, in Arabia Saudita nasce il primo campionato
Calcio femminile Arabia Saudita | Contrariamente alla credenza popolare, la moderna rivoluzione parte dall’alto. Lo sa bene il giovane Principe saudita Mohammed bin Salman, che ha in comune, con il soggetto encomiato da Machiavelli, la tendenza ad accattivarsi le simpatie da parte del proprio popolo. Con altrettanta astuzia, il progetto Saudi Vision 2030 è stato concepito dal paese arabo – quattro anni fa – per sancire la sua emancipazione dalla dipendenza a un’economia petrolifera: le risorse infatti dovrebbero derivare anche da altro e non più dalla logica Opec. Stando a questa nuova formula, l’espletamento delle funzioni attive di un essere umano costituiscono il motore di ricerca per l’acquisizione di una nuova identità. E non più soltanto maschile. Infatti, le protagoniste di un cambiamento interno al paese, sono le donne, che spezzano un retaggio culturale durato secoli. D’altro canto Jeddah non rappresenta soltanto la porta che conduce verso le città sante quali La Mecca e Medina, ma anche l’establishment culturale da cui si è originata la nomea “La tomba di Eva”.
Il progetto Saudi Vision 2030
E allora si spiega, con molto ritardo, il perché alle donne è stato concesso il diritto di guida e perché è stato possibile farle entrare allo stadio, certo dopo la luce mediatica riflessa sull’evento tutto italiano di Supercoppa di un anno fa. Grandi scorci di normalità certamente, se si pensa ad un Paese in cui si cercava di allontanare le donne da ogni tipo di attività quotidiana, perché ritenute fisicamente e psicologicamente instabili, dando a tutto questo una mera giustificazione biologica. E si compie un passaggio in più. Il progetto Saudi Vision prevede anche l’allestimento di un campionato di calcio femminile, la cui prima stagione si svolgerà, oltre a Gedda, anche nel grande skyline Riyad e Dammam. L’evento potrà fornire l’occasione a tante giocatrici, che in questi anni si sono dovute nascondere per praticare il calcio in Arabia, di mostrarsi al mondo intero, cosa che non è accaduta in questo lungo tempo fatto di discriminazione passiva e attiva. Nel mondo romano si aveva una certa reticenza nel riferirsi direttamente al concetto di fortuna; Nevio la interpretava persino come una rovina riconducendola ai Metelli. Seneca, secoli prima, era stato più conciliante. Il poeta latino infatti affermava che la fortuna non esiste, ma semmai esiste il talento che incontra l’occasione. Il momento è arrivato sia per l’Arabia Saudita, che fa sgranare gli occhi a chi non credeva al progetto, e sia per queste ragazze, che sono dei fari luminosissimi che stordiscono il mare in tempesta.