Allenatori sulla graticola

QUELLO DI FRANCK DE BOER E’ GIA’ IL TERZO ESONERO IN 11 GIORNATE. MA SIAMO SICURI CHE LE COLPE SIANO SOLO DEI TIMONIERI?

E così anche l’Inter cambia marcia. Dopo Palermo (e ci mancherebbe…) e Udinese, anche i nerazzurri hanno deciso che è tempo di voltare pagina. Con buona pace delle solite sperticate lodi al momento della firma del contratto, dei buoni propositi e dei discorsi di circostanza.

De Boer, come del resto Ballardini e Iachini, hanno pagato per colpe non necessariamente ascrivibili al loro operato. Sicuramente di errori ne hanno commessi, se guardiamo le loro classifiche, ma occorre dire che, seppur con parametri differenti, si sono trovati in mano dei progetti tecnici in fase di evoluzione, frutto di un totale stravolgimento dei loro organici.

Sull’Inter pesano tantissimo il nome e i quarti di nobiltà, e chi decide di allenarla sa a cosa va incontro; su Palermo e Udinese, stiamo parlando di due progetti ancora da definire, dove il preparatissimo Del Neri sta portando avanti il discorso iniziato, fra qualche intoppo, da Iachini, mentre De Zerbi sta pagando la grande inesperienza, nonostante i gol della nuova scoperta di Zamparini, Igor Nestorovski. A Ballardini non sono bastate due misere partite per entrare nelle grazie del patròn.

Il tema fondamentale resta di fatto la scarsa pazienza in chi investe nei loro tecnici, soprattutto se si tratta di manici giovani e bisognosi di chilometri per ultimare il loro rodaggio nella categoria. Per “entrare nello spogliatoio” di un club nuovo, occorre tempo e lavoro; pretendere risultati e bel gioco in breve tempo, a meno che non sei Guardiola, risulta controproducente e carica di pressioni esagerate tutto l’ambiente, coi giocatori che di conseguenza scendono in campo privi di sicurezza.

Occorre ragionare rallentando i tempi, e permettere agli allenatori di coltivare il loro rapporto con i giocatori sia da un punto di vista umano che tecnico, ben sapendo che queste due grandezze sono direttamente proporzionali. L’esempio più lampante lo abbiamo in Ancelotti, un tecnico già messo più volte sulla graticola, ma che con la sua cultura del lavoro e rafforzato da uno spogliatoio compatto, ha saputo ottenere grandi risultati.

De Boer questa compattezza pur cercandola, non è mai riuscito ad ottenerla. Ma, nel suo caso, era necessario dargli il giusto tempo per far sì che il suo calcio venisse assorbito dai suoi giocatori.