Allenamenti Serie A Spadafora: “Si riparte il 18 Maggio”
“Poco prima di venire qui ho ricevuto la lettera del presidente della Figc, Gravina, che comunica che la Federcalcio ha accolto tutte le osservazioni del comitato tecnico scientifico, riadattando il proprio protocollo. Così il 18 maggio si potranno riprendere gli allenamenti”. Lo ha detto il ministro Vincenzo Spadafora interveneto alla Camera. Due passaggi, uno al mattino in Senato e uno al pomeriggio alla Camera, per ribadire sempre lo stesso concetto: il calcio può ripartire solo se sarà in massima sicurezza. Perché il ministro Vincenzo Spadafora ha ribadito di non aver ceduto a “nessuna spinta strumentale di chicchessia per ricominciare prima” e di non aver intenzione di farlo adesso. Insomma, meglio qualche giorno in più di attesa e qualche contagiato in meno piuttosto che compromettere tutto.
Allenamenti Serie A Spadafora avanti adagio
Un passettino in avanti. Spadafora forse non immaginava che toccare il mondo del pallone sarebbe stato come infilare le dita nella presa della corrente elettrica. Il rischio di rimanere fulminato è alto: non solo da parte degli appassionati ma soprattutto dagli addetti ai lavori. Il risvolto romantico del calcio lascia il tempo che trova, ormai le società di calcio sono puro business, generano fatturati multimilionari, garantiscono introiti allo Stato per 1 miliardo di euro e chi le pilota è quasi sempre un manager con pochi scrupoli: “Ho lavorato in queste settimane per dare risposte al mondo dello sport. Sono consapevole della passione intorno al calcio e dell’importanza del settore, ma ho trovato eccessivo l’inasprimento del dibattito intorno al calcio in un momento come questo”, ha evidenziato il ministro, peraltro senza mostrare paure o cedimenti. Il prossimo step è la ripresa degli allenamenti collettivi, per il campionato invece bisognerà aspettare la metà di giugno. Spadafora ha citato l’esempio della Germania ma anche quelli di Olanda e Francia: la Bundesliga si accinge a ricominciare, Eredivisie e Ligue1 hanno chiuso. L’Italia fa catenaccio, ma basterà un contagiato per portare tutta la squadra in quarantena, dunque per fare saltare il sistema.