Tra la stagione 2011/2012 (la prima con Antonio Conte in panchina) e la scorsa (la prima con Max Allegri al timone) la Juventus perse solo dieci partite di campionato. Questa stagione, in appena dieci giornata, la Vecchia Signora ne ha giù perse quattro. E quella di ieri sera, contro un Sassuolo ben messo in campo ma per nulla pericoloso, è stata sicuramente la sconfitta del verdetto finale: la Juventus quest’anno non lotterà per la vittoria del titolo.
Dopo dieci turni, la capolista Roma ha undici punti in più dei bianconeri ed il terzo posto che varrebbe l’accesso ai preliminari di Champions League ne dista nove e davanti a Buffon e compagni ci sono troppe squadre sulle quali fare la rincorsa. Al termine del torneo mancano ancora 28 partire, ma il solco sembra già tracciato: a fine ottobre, i bianconeri devono limitarsi a…limitare i danni. La Juventus non perdeva quattro delle prime 10 partite di campionato dalla stagione 1987/88 sesto posto a fine stagione e qualificazione Uefa grazie allo spareggio con il Torino) e mai finora nessuna squadra con 12 punti alla decima giornata ha vinto il tricolore a maggio.
Perdere una partita fa parte del gioco del calcio, ma i quattro “zero punti” incassati dai bianconeri ha un dato tremendo: l’avversario segna al primo tiro in porta e, nonostante la verve, la Juve non riesce a recuperare lo svantaggio. La punizione (strepitosa) di Nicola Sansone ha rappresentato la quinta volta che i bianconeri hanno preso gol al primo tiro in porta dell’avversario (Udinese, Chievo, Frosinone Bologna in precedenza).
L’attacco bianconero ha sin qui segnato undici reti e la difesa ne ha incassate nove: Dybala, Zaza, Morata e Mandzukic hanno segnato in quattro sette reti, con l’argentino da solo a quota quattro; il centrocampo fino alla scorsa stagione era uno dei più forti e completi dell’intero panorama calcistico europeo mentre ora è persin difficile che parta con i titolari dal primo minuto e non ha mai inciso come dovrebbe; la difesa, non più invulnerabile come sempre, ha avuto nell’espulsione di ieri sera di Giorgio Chiellini l’immagine emblematica di una squadra in crisi di risultati, forma ed identità. L’ultima volta che il “Chiello” è stato espulso risaliva alla stagione 2007/2008.
Capitan Gianluigi Buffon, a fine partita, è stato un fiume in piena, sostenendo che il primo tempo lo ha lasciato sbigottito ed è ora che la squadra (lui compreso) prenda le proprie responsabilità sulla posizione in classifica (dodicesimo posto in compagnia del ChievoVerona con il Frosinone dietro di soli due punti) ed inizi a capire che di questo passo non si può continuare e lui non ha voglia di fare “figure da pellegrini”.
Allegri si è preso (ed è giusto così) tutte le colpe e ha deciso che da oggi fino al delicato match di sabato pomeriggio alle ore 18 (che il caso ha voluto fosse il derby contro un Torino oggi nono e con tre punti in più dei cugini) la squadra andrà in ritiro a Leinì. La Juventus ha oggi ha due problemi di fondo: pecca di personalità e l’attacco non punge, anzi fa il solletico all’avversario, come detto.
I giocatori che stanno deludendo più di tutti sono due giocatori che, vista la loro caratura, avrebbero dovuto trascinare la Juventus, Paul Pogba e Mario Mandzukic: il francese è l’ombra del giocatore che in estate tutta l’Europa voleva a suon di milioni di euro, non è il leader che tutti credevano fosse e finora ha segnato un solo gol nonostante sia uno di quelli che abbia tirato di più in porta; il croato pare un anima persa in attacco in attesa che arrivi il cross giusto per metterla dentro. L’attuale numero 17 è come David Trezeguet (anche lui aveva il 17), solo che con il francese in avanti i cross fioccavano da destra e a manca ed il francese era un cecchino, mentre l’ex Atletico Madrid pare ancora in fase di rodaggio, nonostante l’esperienza a livello europeo.
Ieri sera non hanno giocato né Marchisio né Khedira e sicuramente la loro presenza in campo si sarebbe fatta sentire. Ma le riserve cosa hanno fatto? Sturaro ci mette l’impegno, ma come per Lemina, non è da partite da recuperare, mentre in avanti la Juve ha preso un altro ritmo con l’ingresso di Zaza e Morata, ma era troppo tardi per recuperare, nonostante il Sassuolo si sia chiuso ancora di più nella propria trequarti. Ed i sette minuti di Hernanes sanno tanto di bocciatura anticipata del giocatore.
Ora la palla passa ad Allegri: servirà questo ritiro ad una squadra in cerca di se stessa? Sabato c’è un delicatissimo derby e poi ci sarà la Champions con la trasferta di Mönchengladbach. Lui spera di sì e come lui lo sperano tutti i tifosi bianconeri. Loro però a Natale il panettone lo mangeranno, mentre Allegri, se continua di questo passo, potrebbe fare dieta.
ph: Morini/Komunicare