Aguero lascia il calcio per problemi di cuore
C’è sempre un filo di malinconia quando un atleta termina il proprio percorso agonistico ed attacca metaforicamente gli scarpini al chiodo, o mette il casco in bacheca, come è avvenuto recentemente per il grande Valentino Rossi. Dalla malinconia si passa addirittura alla tristezza quando ciò non avviene per una scelta per quanto sofferta, comunque ponderata ed inevitabile per sopraggiunti limiti di età o per mancanza di stimoli, ma, come annunciato in una conferenza stampa quanto mai intrisa di sentimenti contrastanti, per gravi ed irrisolvibili problemi di salute, nella fattispecie di natura cardiaca, che hanno portato al ritiro di Sergio Aguero, 33 anni, di professione bomber, almeno fino a ieri.
Come e dove nasce il mito de “El Kun”
“El Kun” come lo ha soprannominato suo nonno per la somiglianza con un personaggio dei cartoni animati giapponesi (simile al nostro Riu il ragazzo delle caverne tanto per intenderci), è sempre stato un ragazzo di spirito, un guerriero fuori e dentro quel rettangolo verde che per quasi 20 anni è stato la sua vita e che mai avrebbe lasciato così presto, innamorato del pallone e delle emozioni che riusciva a trasmettere ogni qualvolta “bucava” la porta avversaria.
Nato povero a Quilmes, periferia di Buenos Aires, Aguero comincia a sgambettare nell’Independiente ed Oscar Ruggeri, ruvido difensore degli anni 80 e 90 lo mette in campo a 15 anni, stabilendo il record, tuttora valido, di calciatore più giovane ad esordire nella massima serie argentina. Record, ironia della sorte, strappato al suo più grande idolo e futuro suocero Diego Armando Maradona.
Nel 2005 attraversa l’Oceano, chiamato dall’Atletico di Madrid e conquista il Mondiale Under 20 in Olanda; quell’Argentina è una fucina di giovani speranze, alcuni dei quali diventeranno veri campioni: con lui infatti ci sono Messi, Zabaleta, Biglia, Gago e Paletta. El Kun non è un titolare fisso ma riesce a lasciare il suo segno in finale partecipando all’azione che conduce al rigore decisivo procuratosi da Messi. Due anni dopo in Canada si rifà: conquista infatti nuovamente il titolo, ma è anche il capocannoniere della manifestazione con 6 reti.
Le vittorie in nazionale di Aguero
In Nazionale Aguero si toglierà altre belle soddisfazioni vincendo le Olimpiadi nel 2008 e la Coppa America la scorsa estate, il suo inconsapevolmente ultimo trofeo. Dell’Albiceleste è il terzo calciatore con più gol all’attivo (42), dietro a Gabriel Batistuta (54) e Lionel Messi (80).
Con la maglia a strisce biancorosse della seconda squadra di Madrid, spopola, segna e fa segnare valanghe di reti e nel 2011 passa al Manchester City, allenato da Mancini, e vince subito il campionato realizzando la rete decisiva all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero dell’ultima partita del torneo! Di “scudetti” inglesi ne arriveranno altri quattro, conditi da nuvole di gol (260 in tutto) che ne fanno il recordman assoluto nella storia del club ed il miglior realizzatore straniero in Premier League con 184 reti.
Una Europa League (2009-2010), una Supercoppa UEFA (2010), cinque campionati inglesi (2011-2012, 2013-2014, 2017-2018, 2018-2019 e 2020-2021), sei Coppe di Lega inglesi (2013-2014, 2015-2016, 2017-2018, 2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021) tre Supercoppe inglesi (2012, 2018, 2019) e una Coppa d’Inghilterra (2018-2019) costituiscono il suo straordinario palmares.
Caratteristiche tecniche e tattiche di Aguero
Attaccante completo, ricco di estro e fantasia, El KUn, brevilineo, veloce nello scatto ma potente anche in progressione, era capace di calciare quasi indifferentemente con entrambi i piedi; nato seconda punta o attaccante esterno nel 4-3-3, ha giocato spesso da prima punta, quasi un falso nove, o centravanti di manovra per dirlo all’italiana, ma con letali e mortifere doti realizzative. Non eccellente dal dischetto, ha comunque messo a segno in carriera 46 dei 59 rigori calciati.
Tra club, nazionale maggiore e nazionali giovanili (inclusa l’Argentina olimpica), Agüero ha totalizzato globalmente 806 presenze segnando 438 reti, alla media di 0,55 gol a partita.
A 33 anni avrebbe potuto certamente dare ancora molto al calcio, ma stavolta Aguero, guerriero delle aree di rigore, si è dovuto arrendere di fronte ad un nemico invisibile e letale contro il quale non era possibile fare di più.
Buona vita mister Aguero.