Inzaghi scavalca Conte prima dello scontro diretto
Proprio nella settimana che precede lo scontro al vertice che andrà “in scena” a Napoli sabato prossimo, gli uomini di Conte cedono il passo nei confronti dei rivali più accreditati, vincenti, sia pure a stento, nei confronti del sempre coriaceo Genoa di Vieira. A Como la squadra azzurra ha continuato sulla falsa riga delle ultime tre prestazioni che avevano fruttato soltanto tre punti; la partita, incanalatasi malissimo dopo pochi minuti per l’incredibile autorete di Rrahmani (ma anche Meret, dove stava?), è proseguita peggio nonostante il momentaneo pareggio di Raspadori avesse in qualche modo rimesso in carreggiata l’ormai ex capolista, apparsa troppo statica e lenta nei confronti di una compagine, quella di Fabregas, che ha invece confermato quanto di buono mostrato nelle ultime settimane e che aveva cominciato a portare i frutti meritati soltanto in quel di Firenze. Su tutti, ancora una volta, la classe di Paz e la freschezza di Diao, vero colpo del mercato invernale al netto dei Muani e dei Gimenez dei quali si conoscevano già le doti.
Così, senza brillare, la formazione di Inzaghi torna al primo posto dopo un lungo inseguimento, proprio nel momento forse più complicato della sua stagione; contro i grifoni è proprio Lautaro Martinez, il capitano, a marchiare il sorpasso, sia pure con la complicità di Masini che a stretto contatto con l’argentino sfiora la palla col petto senza cambiarne in maniera significativa la traiettoria. E’ poi l’altro Martinez nerazzurro, il portiere Josep, a salvare il bottino su Ekuban.
L’Atalanta firma una cinquina e torna in corsa, e la Juventus…
Rifilando una sonora cinquina ad un Empoli sempre più in crisi, torna prepotentemente in zona scudetto l’Atalanta, uscita traumatizzata soprattutto a livello ambientale dalla cocente ed inaspettata eliminazione europea. Una volta “stappata” la gara con la sfortunata autorete di Gyasi, gli orobici hanno tracimato trovando anche la doppietta di Lookman, sciagurato protagonista contro il Bruges e portandosi a soli tre punti dalla nuova capolista, con alle viste, dopo la gara casalinga col Venezia, la doppia sfida a Juventus ed Inter in rapida successione.
Juventus che a sua volta, abbandonata la “pareggite”, infila il quarto successo consecutivo in campionato, scavalca la Lazio e torna a pensare in grande nonostante, tranne rare eccezioni, il suo gioco continui a non rubare l’occhio. Da sottolineare come a Cagliari sia proprio Vlahovic, messo da parte senza remore da Motta nelle ultime settimane, a sferrare la zampata decisiva approfittando di una svista clamorosa di Mina a completare un fine settimana da brividi per difensori e portieri.
A questo proposito bisognerebbe capire cosa possa essere passato per la testa a Maignan per uscire e rinviare in maniera così sconclusionata in occasione del primo vantaggio granata; molto più facile probabilmente leggere i pensieri di Thiaw, al quale resterà legato l’episodio nel tabellino. Non meno grave la leggerezza della difesa rossonera sulla punizione di Sanabria che sfrutta al massimo la disattenzione altrui e serve a Gineitis la palla del definitivo 2-1. Sugli scudi naturalmente anche Milinkovic-Savic protagonista assoluto e non solo per il rigore parato a Pulisic che di contro finisce dietro una lavagna piuttosto grande a fianco di Theo e Leao, sotto accusa già da martedì scorso, al pari di Conceicao al quale le sfuriate, i sigari e qualche vittoria figlia più di fattori episodici che di meriti tecnici e tattici potrebbero non bastare per mantenere il suo posto in panchina anche nella prossima stagione.
Lazio in gita a Venezia; cadono pure il Bologna e la Fiorentina
In attesa della gara di stasera, con la Roma pronta a festeggiare un altro successo nei confronti del derelitto Monza, in zona Europa League perdono tutte; paradossalmente guadagna un punto solamente la Lazio che pure in laguna sfoggia, si fa per dire, una delle sue prestazioni peggiori in stagione e quasi deve rallegrarsi di non aver perso. Forse presa mentalmente dall’impegno di domani in Coppa Italia (a Milano con l’Inter), la formazione capitolina si è resa pericolosa soltanto in avvio con Dia che ha sprecato un’ottima occasione, ma poi si è lentamente trascinata fino alla fine senza mai dare la sensazione di poterla e volerla vincere.
Molto male anche la Fiorentina che perde nuovamente dilapidando il piccolo tesoretto costruito con le vittorie sull’Inter e sulla stessa Lazio; la squadra di Palladino continua a sembrare troppo umorale ed incostante; brutto infortunio, per lo meno nella dinamica, per Kean che tiene ancora una volta col fiato sospeso i tifosi gigliati e non solo. Cade pure il Bologna che in attesa di affrontare finalmente il Milan nella gara che cancellerà gli ultimi asterischi in classifica, spreca molto in quel di Parma e viene superato, tra polemiche e sviste arbitrali, dall’esordiente Chivu, bravo negli spogliatoi a riconoscere i meriti del suo predecessore.
Verona e Parma svettano; Empoli sempre più giù
Dei successi di Parma e Verona ne fanno le spese il Lecce, piegato a domicilio dal rigore della discordia, contestato da Giampaolo e strappato da Lucca a Thauvin per la rabbia di compagni di squadra e allenatore che infatti lo ha immediatamente sostituito (!), e l’Empoli che dopo il brillante avvio ha collezionato solo 11 punti in 20 partite e vede da vicino la serie B. D’Aversa viene per ora confermato dalla società ma fossimo in lui non ci sentiremmo per niente tranquilli.