Acerbi svela: “Inter, voglio resta ma non dipende da me. Contro il Benfica possiamo farcela”

Svelato il futuro del difensore

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FRANCESCO ACERBI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervistato da Dazn, Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, ha parlato del suo futuro ma non solo visto che i nerazzurri attendono un finale che può essere esaltante viste ancora le tante cose in ballo.

Acerbi: “Senza la malattia sarei finito in serie B”

“Se avessi una testa normale come quella di adesso avrei giocato già a 18 anni in Serie A in una grande squadra. Non lo dico per vantarmi. Se non avessi avuto la malattia, a 28anni giocavo con tutto il rispetto in Serie B e ora nemmeno più a calcio. Questo è garantito. Grazie a Dio questo mi ha dato la ripartenza e quindi posso solo dire grazie perché stavo andando in malora”.

Aprile sarà il mese della Champions League, della Coppa Italia e del campionato. Come lo puoi definire?

“Un mese che non vedi l’ora, anche se c’è un po’ paura che ti mette però adrenalina nello stesso tempo. Sono partite da dentro o fuori. Dopo aver passato il turno, si è percepito questo. Ovviamente nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta. D’altra parte c’è anche il campionato che non ci fa stare tranquilli. Champions? Te la devi giocare. Sapendo che il Benfica è alla portata anche se fortissimo. Ce la possiamo giocare, è importante cercare di passare il turno”.

Troppe critiche all’Inter?

“Penso sia giusto dire le cose positive, come la Supercoppa o i quarti di finale di Champions e in semifinale di Coppa Italia. Puoi anche riuscire ad andare in semifinale, è tutto alla nostra portata. Bisogna sempre dare i meriti che si dimenticano sempre, bisogna però guardare anche l’altra parte. L’Inter ha avuto troppi alti e bassi in campionato. Sono onesto, potevamo avere 10, 11 o 12 punti in più in classifica rispetto ad adesso”.

Il gol di Kostic in Inter-Juve?

“Viziato dalla mano però loro hanno interpretato meglio la partita. Hanno vinto meritatamente, magari sono convinto che non facevano mai gol, erano però più convinti ed equilibrati in campo. Bisogna imparare dagli errori. Questo episodio può essere uno stimolo per la semifinale di Coppa Italia”.

Il gol di testa col Parma?

“La palla arrivava lì, io ero in corsa, ce l’avevo sulla testa e l’ho colpita d’istinto, niente di che. Io e Buffon abbiamo riso insieme”

Ti aspettavo un rendimento così alto o ti ha sorpreso?

“Ho avuto sempre buone stagioni sotto il punto di vista dell’attenzione e della concentrazione. Conosco i miei punti di forza, so che ho fatto un anno difficile alla Lazio ma posso ancora fare meglio. Alla fine sono i risultati che contano, vediamo come finirà la stagione”.

Inzaghi ti stima: si può considerare un fratello maggiore?

“Non sono quel tipo di calciatore che si lega al mister. Il mister è il mister. Punto. Lo saluto, lo apprezzo perché mi ha voluto alla Lazio e all’Inter. Ho sempre dato quello che ho ricevuto. Ma se faccio schifo è giusto che non mi faccia giusta. Faccio di tutto per poter giocare ma il mister deve fare le sue scelte e bisogna rispettare le sue scelte. Ci vuole una distanza ben definita”.

L’attaccante più difficile da affrontare?

“Dico Ibra”

Il tuo primo idolo e cosa gli ruberesti?

“Weah a 7 anni. Gli ruberei il sorriso. Da piccolo giocavo attaccante, poi è arrivato Nesta ma il primo idolo è stato Weah”.

Il giovane che ti sta sorprendendo?

“Mi piace un sacco Scamacca

La partita più difficile della stagione?

“Col Porto”

L’avversario che avresti voluto sfidare?

“Messi”

Il compagno più acculturato?

“Mi viene in mente Darmian, non so perché”.

Lo stadio più bello dove ho giocato?

“San Siro”.

La tua speranza per il futuro?

“La speranza è quella di rimanere all’Inter, la speranza c’è. Non so niente, non mi interessa nulla. Sono due mesi importanti, cerco di fare solo il mio meglio e qello che succederà succederà. Non sapevo cosa sarebbe successo il 31 agosto. Mi trovo benissimo all’Inter, non dipende da me. Sicuramente non farò fino ad agosto, se dipendesse da me rimarrei qui senza nessun problema. Non voglio mettere fretta e la dirigenza lo sa”.

Gli ultimi tre minuti contro il Porto?

“Erano cross continui, ho visto la palla in rete ma c’era Dumfries. Da lì ho capito che avremmo vinto, ci sono dei segnali. Ci stavamo schiacciando, sono stati minuti pesanti. Le squadre portoghesi son toste”