Juve – Napoli, il valore di una partita come tante

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Lazio Juventus

Sarri_Allegridi Mattia Barro

Alla fine, la cosa che conterà meno, sarà il risultato. Non è una provocazione, ma una riflessione. Juve e Napoli hanno già vinto. Per la prima volta dopo il terremoto Conte e il predominio Juventus, la Serie A ritrova un duello che durerà probabilmente fino a fine stagione. Il campionato torna ad essere avvincente e ad avere un big match che, già solo per il clima creato nella settimana antecedente alla sfida, vale quanto un Clasico. Una sfida alla pari, senza favoriti, segno di una gestione oculata delle due società, sia a livello performativa che societario.

Il Napoli, epurato l’ego dei precedenti allenatori, ha puntato forte su Sarri. Un curriculum di venticinque anni nelle serie minori, una splendida prima stagione in A e un basso profilo da allenatore operaio. E’ come una partita di C2, ha dichiarato, dimostrando ancora una volta intelligenza nella gestione della comunicazione verso il suo esigente pubblico. Sarri ha ricambiato la fiducia del Napoli compiendo un miracolo nell’approccio difensivo della squadra: solo 19 gol subiti nelle prime 24 gara, con una differenza reti di +34. Per intenderci, Benitez chiuse la scorsa stagione con 54 reti in passivo e una misera differenza reti di +16. Il capolavoro di Sarri è ver puntellato una difesa dal potenziale non sfruttato (vedere l’exploit di Koulibali), senza contare l’incredibile rendimento di giocatori come Higuain (media gol clamorosa), di Insigne (prima volta in doppia cifra a Napoli) e Jorginho. Se la società supporterà la squadra con acquisti mirati e una politica lungimirante e i tifosi saranno in grado di saper gestire anche i momenti cupi, Sarri può far nascere un ciclo vincente.

La Juventus invece è tornata la cinica operaia di questi anni. Una rivoluzione estiva, un inizio di campionato terrificante e una rimonta con il record di vittorie consecutive della storia del club. Immaginatevi come sarebbe vincere lo scudetto il 16 maggio, è ciò che Allegri ha utilizzato per stimolare i suoi giocatori, smorzando la pressione sulla gara per mantenere alto il livello di concentrazione per gli ultimi mesi di stagione. La Juventus ha trovato in Dybala il possibile e tanto sospirato erede di Del Piero, un numero dieci vero, tutto fantasia, e in Allegri un allenatore in grado di gestire momenti di grande crisi e rivoluzioni. Sono loro il volto di questa rimonta grazie alla quale oggi parliamo di una sfida epica e non di una partita come tante.

Come dicono entrambi gli allenatori, seppur in pre-tattica, ma con grande intelligenza, il risultato di questa partita conta poco rispetto a tutto il lavoro che sta stimolando e stimolerà questa lunga stagione. Come illuminata dal dio del pallone, questa partita è il nostro fiore all’occhiello, è la vetrina per dichiarare al mondo che la Serie A è uno splendido campionato, al pari delle principali leghe europee. Stasera per il pubblico sarà come vedere il Clasico, sperando che negli anni questa sfida possa, per tanti motivi, divenire il Clasico italiano. Per la differenza culturale delle tifoserie, per la stimolante immagine delle due facce dell’Italia che possono competere al pari, per l’amore della nostra nazione per questo sport. Per il calcio giocato, e niente più.

Godiamoci questa giornata, dai pronostici al bar ai commenti su quale difesa adotterà Allegri, puntando su Dybala o Higuain. Diventiamo tutti allenatori, diventiamo tutti bambini che scalciano per le strade, sfottiamoci con umanità come è giusto e sano che sia. Questa partita ha un unico e difficilissimo compito: essere il miglior spot possibile per il bene del nostro calcio.